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CANTONE / STRISCIA DI GAZA

Dal Ticino a Gaza per dare ai bambini cibo, acqua e... cartoni animati

La direttrice della neonata associazione Almalayika Switzerland racconta del suo operato.
Almalayika Switzerland
Dal Ticino a Gaza per dare ai bambini cibo, acqua e... cartoni animati
La direttrice della neonata associazione Almalayika Switzerland racconta del suo operato.

GAZA - Il Ticino si avvale di una nuova associazione umanitaria, la Almalayika Switzerland, che da pochi mesi si occupa di fornire acqua e cibo ai bambini di Gaza. Abbiamo parlato con la sua direttrice Houaida Sekri.

Operate da relativamente poco tempo. Come siete riusciti a inserirvi in un contesto di guerra in cui l’esperienza, la preparazione e i contatti con le autorità locali sono di vitale importanza? 
«È tutto partito da una mia grande amica di Gaza che attualmente risiede a Milano. Lei mi ha messo in contatto con le persone sul territorio. In pratica collaboriamo con cuochi e un team di infermiere che si occupano dei bambini rimasti orfani. Con loro abbiamo lanciato un progetto di adozione a distanza. Gestiamo anche un progetto scolastico, iniziato a Khan Younis. Nel nord della Striscia abbiamo affittato un vero e proprio stabile dove i bambini seguono le lezioni e stiamo cercando di aprirne uno anche a sud. Inoltre, distribuiamo latte in polvere e pannolini. Tramite i nostri contatti siamo anche riusciti a ingaggiare un sarto che finora ha prodotto e distribuito 500 tute». 

Siete attivi in tutti i punti "caldi" del territorio. In particolare Khan Younis, che il mese scorso ha visto transitare centinaia di migliaia di palestinesi in cerca di sicurezza. Lì come vi siete mossi?
«In quel periodo eravamo al nord a distribuire acqua e giocattoli ai bambini. Ma la situazione era simile. È stato un momento di grande gioia. Ora a Khan Younis stiamo cercando di stabilire l’identità dei bambini rimasti orfani, stilando delle liste con i numeri di telefono delle persone che si occupano di loro, con l’atto di nascita dei bambini e purtroppo anche i certificati di morte dei genitori. Le liste servono a favorire il processo di adozione a distanza. Sono le nostre infermiere che si occupano di raccogliere tutti i documenti ed è un lavoro molto complicato». 

La vostra priorità è quella di fornire acqua e cibo. Ma avete anche un programma dedicato a risollevare lo spirito dei rifugiati palestinesi, con la proiezione di film e le animazioni per i bambini. 
«La prima volta che abbiamo organizzato un evento del genere i bambini facevano la fila. Non c'erano fogli di carta e matite colorate a sufficienza. Organizziamo anche delle proiezioni e ricordo di essermi molto spaventata quando si sono presentati più di 2000 bambini. Noi ne potevamo ospitare solo 300. Erano tutti bambini sfollati che non vedevano un cartone animato da più di un anno. Da quel momento in poi abbiamo organizzato le proiezioni al chiuso per cercare di limitare la partecipazione».

La Striscia di Gaza è attualmente una polveriera. Quali rischi corrono i vostri operatori?
«Sono costantemente minacciati dall'esercito israeliano, che bombarda le loro postazioni. Una volta è stata sganciata una bomba a soli 500 metri da loro. Sono bombe potenti, che rilasciano numerose schegge che viaggiano ad altissima velocità e raggiungono area a chilometri di distanza. Erano spaventatissimi, ma hanno continuato a lavorare. Lo fanno su base volontaria. Lo fanno per i bambini di Gaza». 

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