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SVIZZERADue svizzeri su tre rinunciano ad andare al ristorante: è colpa dell'inflazione

26.01.24 - 10:16
Lo dice un sondaggio pubblicato da Deloitte: i prezzi dei beni di consumo sono più cari del 6% rispetto al 2021.
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Fonte Ats
Due svizzeri su tre rinunciano ad andare al ristorante: è colpa dell'inflazione
Lo dice un sondaggio pubblicato da Deloitte: i prezzi dei beni di consumo sono più cari del 6% rispetto al 2021.

ZURIGO - Due svizzeri su tre (il 65%) sono sotto pressione a causa dell'inflazione e molti reagiscono diminuendo i consumi, in particolare rinunciando ad andare al ristorante, a viaggiare e ad acquistare abiti nuovi, nonché facendo attenzione alle offerte speciali.

È quanto emerge da un sondaggio pubblicato dalla società di consulenza e revisione Deloitte, che invita anche il settore del commercio al dettaglio a sfruttare il momento, andando cioè a caccia dei molti consumatori pronti a saltare il fosso per gettarsi nelle braccia di altri operatori.

Il 27% dei 1900 interpellati nell'ambito del rilevamento demoscopico dichiara che il rincaro ha rappresentato un peso elevato negli ultimi 12 mesi, mentre un altro 38% lo ha ritenuto un onere medio. Le cifre sono leggermente più alte in Romandia (33% e 40%, per un totale di 73%), mentre non sono disponibili dati specifici sul Ticino.

Gli specialisti di Deloitte rilevano come effettivamente il rincaro si sia fatto sentire anche in Svizzera, sebbene in modo meno marcato che in altri paesi: al momento i prezzi sono di circa il 6% più elevati dell'inizio del 2021. L'inflazione su base annua ha superato il 3% a metà 2022 e a inizio 2023; l'ultima indicazione, riguardante dicembre, dà il tasso all'1,7%.

«Il perdurare del rincaro in Svizzera è un peso per la maggior parte delle persone», commenta il capo-economista di Deloitte, Michael Grampp, citato in un comunicato diffuso ieri sera. «In particolare, rappresenta una sfida per le persone a basso reddito, che devono far fronte all'aumento del costo della vita. I cambiamenti osservati nel comportamento dei consumatori non sono quindi sorprendenti. Hanno un impatto anche sulle aziende e sono già accompagnati da richieste politiche. Per alleviare la pressione e contrastare le richieste di misure populiste è importante che la Banca nazionale svizzera tenga d'occhio l'andamento dei prezzi e non tagli prematuramente i tassi di interesse».

Come fanno fronte alla situazione i consumatori? Il 57% riduce la spesa per prodotti e servizi non essenziali, il 51% fa maggiore attenzione a offerte speciali e promozioni, il 44% opta per prodotti più a buon mercato, il 37% passa a fornitori più economici, il 22% ricorre maggiormente all'usato, un analogo 22% cerca di fare le cose da sé invece di comprarle e il 7% si fa prestare quanto gli serve.

Ma come si è risparmiato concretamente negli ultimi 12 mesi? Tagliando su ristorante e uscite serali (52%), sui vestiti (42%), sulle vacanze (41%), in generale sulle attività del tempo libero (41%), sugli alimentari (34%), sui servizi personali (32%), sui mobili e gli oggetti per la casa (31%), sulle manifestazioni culturali (29%), sulla benzina e sugli altri costi dell'automobile (28%), sui prodotti elettronici (25%), sui costi accessori dell'abitazione (22%), sui media e l'intrattenimento (22%), sui premi della cassa malati (19%), sui costi telecom (16%), sul trasporto pubblico (14%), sui servizi finanziari (12%), sulle assicurazioni (11%), sui costi dell'alloggio (10%) e sulla formazione (10%).

Secondo gli esperti Deloitte l'aumento generalizzato dei prezzi non sembra quindi necessariamente portare a un cambiamento fondamentale nel comportamento dei consumatori: solo una minoranza ritiene che acquistare beni di seconda mano, produrre da sé gli articoli di cui si ha bisogno o semplicemente prenderli in prestito sia la giusta risposta all'inflazione. Se il rincaro dovesse persistere i cambiamenti comportamentali potrebbero però radicarsi e avere un impatto significativo sui rivenditori e sulle aziende che producono beni di consumo, mettono in guardia gli specialisti.

«La dinamica dell'inflazione rappresenta una grande opportunità per il commercio al dettaglio», afferma Karine Szegedi, responsabile del settore beni di consumo di Deloitte, a sua volta citata nel documento per la stampa. «In considerazione della maggiore disponibilità dei clienti a cambiare potrebbero verificarsi importanti spostamenti di quote di mercato: un interessante rapporto qualità-prezzo diventerà sempre più importante». A suo avviso sono particolarmente promettenti strategie innovative ed efficienti dal punto di vista dei costi, che non solo attraggono nuovi clienti attenti ai prezzi, ma rafforzano anche la fedeltà dei clienti abituali attraverso i canali digitali e i programmi di fidelizzazione.

La parola finale viene lasciata al Ceo di Deloitte Svizzera, Reto Savoia. «L'inflazione in Svizzera è un peso per molte persone e può avere conseguenze di vasta portata. Influenza il comportamento dei consumatori, impone alle aziende di adeguare le proprie strategie e mette in discussione anche il mondo della politica. Sono necessarie soluzioni innovative e sostenibili che includano sia misure immediate che strategie a lungo termine. Occorre evitare misure populiste elargite con l'annaffiatoio e concentrarsi sui settori già fortemente regolamentati per mantenere la competitività e l'attrattiva della nostra piazza economica», conclude il manager.

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COMMENTI
 

carlo56 9 mesi fa su tio
quello che davvero toglie i soldi dalle tasche degli svizzeri, più che l’inflazione che è di pochi punti percentuali, è il premio di cassa malati.

boro 9 mesi fa su tio
In Sardegna con 5000 Franchi di pensione posso permettermi tutto ,ho un muttuo di 1500 € rimangono 3500 vado a mangiare fuori ogni fine settimana mattina colazione vista mare . apperittivo prima di mezzogiorno se posso dire a fine mese mi restano 1500 da mettere da parte. se fossi restato in Svizzera con quella pensione farei la fame, attualmente ci sono 15 gradi e `sto pensando di farmi una camminatina lungo la spiaggia.

Princi 9 mesi fa su tio
Risposta a boro
ancora 3 anni poi vendo tutto e una bella villetta in Toscana ,in collina vista mare

Rosso Blu 9 mesi fa su tio
Risposta a boro
Chiaro, tu hai potuto avere l'occasione di lavorare in Svizzera (sicuramente con i rispettivi sacrifici) rinnovare la casa in Italia e ora avere la possibilità di goderti la pensione. Ma uno svizzero in Svizzera avere una casa è un sogno e se mai lo raggiunge non è un pregio ma un continuo pagare ed essere calcolato sul reddito e in caso di bisogno gli aiuti sono limitati. Ma c'è anche chi va via e poi nel bisogno tornano e se non dichiarano la casa qui ricevono aiuti senza controlli. È il sistema che non va bene.

Luca 68 9 mesi fa su tio
due svizzeri su tre non vanno al ristorante perché non si arriva a fine mese. le autorità dovrebbero riflettere, siamo un paese ricco con una popolazione sempre più povera, chissà perché

Marco2023 9 mesi fa su tio
mangio a casa

Net21 9 mesi fa su tio
E il cuoco italiano quanto riceve al mese? E il cameriere? Solito discorso senza senso. Poi tutti a lamentarsi che non c'è il sussidio, che la pensione scende, che il salario si avvicina a quello lombardo. Ma imparate a cucinare piuttosto, e guardate un po' più in là del nasino

Rik830 10 mesi fa su tio
Non è colpa dell inflazione…. È colpa del magna magna dello stato delle lobby delle casse malati delle assicurazioni sanitarie. Non diciamo 🎱 dando la colpa all inflazione, la vita in Svizzera è diventata insostenibile a discapito di persone oneste che non arrivano a fine al contrario di chi si arricchisce sui sacrifici della povera gente!!!!

pegis 10 mesi fa su tio
Speriamo che continui sempre così fino a quando non si danno una regolata. Nessun commercio ha il moltiplicatore come la ristorazione, é ora di finirla, un caffé che al ristoratore costa 20 centesimi si paga almeno 10 volte questo prezzo e la caraffa d'acqua di rubinetto a 8 Franchi? Roba da pazzi.

Suissefarmer 10 mesi fa su tio
ristorante 2 volta l'anno se va bene, e rigorosamente in Italia. qualità a prezzo ragionevole.

adri57 10 mesi fa su tio
Risposta a Suissefarmer
Oltre che al ristorante, vai anche a lavorare in Italia. Non ne sentiremo certo la mancanza.

gabola 9 mesi fa su tio
Risposta a adri57
d'accordo con te,spero che anche i servizi delle loro professioni gli altri vadano in Italia a servirsi,poi a lamentarsi

Equalizer 10 mesi fa su tio
E pensare che in Ticino ci sono già ristoranti che usano il il famoso "Bimbi" in cucina, e quando dico usano intendo dire che ne hanno 4 o 5 a disposizione, quando l'ho visto non volevo crederci...

Princi 10 mesi fa su tio
Risposta a Equalizer
confermo , e per questo vado tutte le domeniche in italia a cena

max222 10 mesi fa su tio
Rinunciano ad andare al ristorante in Svizzera ma vanno in Italia.

Heinz 10 mesi fa su tio
Fanno bene, il livello dei ristoranti in Svizzera è basso e sono pure carissimi !

MorettoGoffredo 10 mesi fa su tio
Io rinuncio ad andare al ristorante in Svizzera, ben venga invece la vicina penisola. Vai solo a Como e hai una scelta per quanto riguarda la ristorazione decisamente più ampia. Messicano, eritreo, creolo, giapponese, cinese, vietnamita, comasca, mediterranea, vegan, etc; qui da noi finisci a mangiare bene o male sempre lo stesso. Poi diciamocelo con quello che spendo per una cena qui, in Italia ci faccio 2/3 cene. 1 pizza margherita dai 12 ai 18 franchi, in Italia 5 euro a dire tanto (che adesso 5 euro saranno cosa, 4 franchetti? 😂

TIA84 9 mesi fa su tio
Risposta a MorettoGoffredo
Se si parla di TI sono d'accordo ma oltralpe trovi dei posti dove mangiare da Re e paghi da servo 😉

Tao2023 10 mesi fa su tio
In CH, acqua minerale da CHF 9.00 a CHF 11.00 per litro, il prezzo del vino sulla carta vini dei ristoranti bisogna farlo diviso due o per tre per conoscere il reale valore del vino. Prezzi fuori di testa

MorettoGoffredo 10 mesi fa su tio
Risposta a Tao2023
Ma pure andare un fast food sgrencio, qui in Svizzera ti spenna. Con quello che spendo in in McDonald qui, in Italia ti fai una bella cenetta al ristorante, riuscendo sicuramente a prendere dolce e caffè.

Soleluna 10 mesi fa su tio
Io vado in Italia cordialità e buon cibo . Code non ne faccio o comunque ne vale la pena!!!

Pippopeppo 10 mesi fa su tio
Risposta a Soleluna
Ma vivi e lavori in CH?

MorettoGoffredo 10 mesi fa su tio
Risposta a Soleluna
Guarda ad esempio il cinema. A Lugano abbiamo un multisala scadente, tra biglietto e magari qualcosa da sgranocchiare ci lasci facilmente 30 franchi. In Italia 15 euro (e sono già tanti) ti godi il film come un principe.

Pippopeppo 10 mesi fa su tio
Risposta a MorettoGoffredo
Non lamentarti poi un domani se il nostro tenore di vita scende p.es. come in Italia. Non c’è solo il divertimento ma anche le casse pensioni, la sanità e tanto altro

belaolga 10 mesi fa su tio
...articolo da " anche gli scribacchini sniffano...

francox 10 mesi fa su tio
Oltre alla spesa , dovrei mettermi in colonna per uscire a cena. No, grazie.

Aurigliano 10 mesi fa su tio
Risposta a francox
Tranquillo lo facciamo già in tanti

MorettoGoffredo 10 mesi fa su tio
Risposta a francox
Io vado in Italia a fare la spesa, a mangiare, al cinema, a comprare roba per l'hobbistica o il giardinaggio e non mi capita mai di essere bloccato in colonna. Basta sapersi organizzare e non andare nelle ore di punta.

francox 10 mesi fa su tio
Risposta a MorettoGoffredo
Ora di cena è ora di cena.

Gufo1 10 mesi fa su tio
Anche prima dell'aumento generalizzato del costo della vita, i ristoranti in Svizzera hanno sempre applicato prezzi fuori di testa. In Ticino si è ancora abituati relativamente bene ma provate ad uscire a cena in quattro persone a Zurigo. Senza esagerare nel comandare stranezze vi partono di colpo trecento franchetti (se bastano). Normale che una famiglia ci pensi su due volte.

TIA84 9 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
Scusa ma hai preso come esempio ZH?! Sei serio?! Guarda che se fai qualche km oltre la città più cara della Svizzera i prezzi scendono e di parecchio....
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