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«Mi sono avvicinata a me stessa»

CANTONE«Mi sono avvicinata a me stessa»

12.09.24 - 06:30
Chiara Dubey pubblica "Chandani", un racconto in musica di un viaggio interiore durato due anni
Adso Piñerùa - Livana Music
«Mi sono avvicinata a me stessa»
Chiara Dubey pubblica "Chandani", un racconto in musica di un viaggio interiore durato due anni

BELLINZONA - "Chandani". Con l'accento sulla prima a. Un nome hindi, il secondo della cantautrice e musicista Chiara Dubey, ma anche il titolo del suo nuovo album in uscita il 12 settembre per Livana Music. È il racconto in musica di un lungo viaggio interiore. La prima presentazione ufficiale dal vivo con l'intero gruppo sarà il 19 ottobre al Teatro Sociale Bellinzona. Ne seguirà un'altra il 10 novembre a Zurigo, in quelle che sono le due case dell'artista ticinese.

"Chandani", con le sue atmosfere spesso soffuse e le melodie nelle quali sono predominanti il violino e gli altri strumenti ad arco, è un bilancio delle scelte di una vita. Ma anche una dichiarazione d'intenti.

Partiamo dall'11 luglio: hai presentato una parte di "Chandani" durante Estival Jazz, in apertura al concerto di Diodato. Che serata è stata?
«È stato molto emozionante, una specie di battesimo di alcuni pezzi dell'album, una prova del nove. Era davvero parecchio che non facevo un concerto vero e proprio. Quindi l'opportunità di tornare a confrontarmi con un pubblico è stata una ventata d'aria fresca, una scossa di tensione positiva. Sono davvero contenta, prima di tutto per aver avuto l'opportunità d'incontrare Diodato, di cui sono fan. Dopo lo show mi ha scritto facendomi i complimenti, mi ha dato l'energia per chiudere l'album».

Quanto è durato il percorso di lavorazione?
«Ho passato gli ultimi due anni nel mio piccolo studio, a scrivere le canzoni e non vedevo nessuno. Eravamo io e il gatto e ho passato un sacco di tempo nella mia testa. In realtà sembrava che fossimo pronti nel settembre 2023. Però...».

Però?
«Faccio sentire tutti i miei lavori a parenti e amici, quando sono finiti. Ma quella volta non lo condividevo, come se ci fosse qualcosa che non andava, non fossi convinta al 100% del risultato. Anche dalla famiglia, una volta ascoltato il lavoro, ho ricevuto lo stesso feedback. Mi sono detta che avevo passato troppo tempo con quella musica, così l'ho lasciata "riposare" d'accordo con la casa discografica».

È stata una scelta giusta?
«Assolutamente sì. Il disco non era maturo, così a gennaio abbiamo riaperto il cantiere. Mi sono data sei mesi in più, ma ora sono molto fiera del risultato».

Hai detto prima di aver passato un sacco di tempo nella tua testa. Cosa ci hai trovato?
«Ho scoperto una parte di me di cui sono molto felice. Ho sempre avuto un sacco di montagne russe emotive e, anche se sono molto cosciente di essere estremamente fortunata e di aver avuto una vita privilegiata, c'era sempre un’insoddisfazione di fondo. Ma due anni fa questa sensazione si è un po' placata e mi sono sentita tranquilla, a mio agio. Ho voluto capire cosa fosse cambiato e mi sono resa conto di aver sviluppato una grande coscienza di come sono diventata. Mi sono avvicinata a me stessa».

Tra le immagini dell'album troviamo il narvalo. Cosa rappresenta?
«A me piace molto trovare dei simboli per le cose e ne cercavo uno per questo progetto. Mi è venuto in mente un racconto di quando ero bambina, uno di quei libri illustrati che mia zia, insegnante delle elementari, aveva a scuola. S'intitolava "L'unicorno e il mare" e raccontava la vicenda di questa figura elegante, misteriosa, timida, ma che nel racconto compiva un gesto coraggioso che andava oltre i suoi limiti e le sue paure. Anche i narvali, con il loro lunghissimo dente, sono timidi e sfuggenti. Mi ha affascinato questa combinazione di forza e coraggio, in un guscio molto vulnerabile».

Cosa rivedi in te di queste caratteristiche?
«C'è una cosa che ho imparato di me stessa e che ho deciso di accettare: io non sarò mai una ragazza che sgomita, arrogante - anche se mi farebbe comodo nel mondo della musica. Ma non credo che faccia per me. Mi sono resa conto di avere altri punti di forza e non voglio più forzarmi a essere ciò che non sono».

Cosa dobbiamo aspettarci dal concerto di presentazione a Bellinzona?
«Mi piacerebbe tanto che venissero tutti, ho davvero tantissima voglia di condividere questo lavoro. Ci sarà un quintetto d'archi sul palco, io che canto, suono la tastiera e il violino e il mio compagno che suonerà la batteria nel finale. Un show di luci e immagini accompagneranno la musica. Il mio desiderio è che diventi un'esperienza molto emozionante e sognante».

Chiudi l'album con una traccia che, traducendo, s'intitola "Questo è solo l'inizio". Che percorso vedi di fronte a te?
«Ho tanti sogni che sono ancora molto lontani, rispetto a dove mi trovo ora. L'ho scritta per dirmi di non pensare alla pressione sociale che vorrebbe spingerti a dover fare le cose per forza perché gli altri hanno fatto così (sposarsi, comprare casa, fare bambini). Non voglio dover essere schiava di un calendario dettato dagli altri».

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