Luca Campana, Consigliere Comunale a Lugano, il Centro
LUGANO - Diversamente e confronto a vent’anni fa di università e passerelle superiori oggi ne abbiamo, per molte e svariate categorie professionali, purtroppo però anche per profili di alto livello si sceglie ancora troppo oltre confine e la tendenza non sembra purtroppo rallentare.
Nella Regione di Mendrisio ci sono addirittura più posti di lavoro che persone attive, e ciò equivale a un'economia che soffre, come si può tollerare un alto numero di persone senza attività lavorativa ma richiesta di fabbisogno immediato delle aziende?
In effetti se si guarda alle statistiche negli ultimi anni vi è stata una progressione importante di collocati oltre confine, con svariate problematiche regionali (disoccupazione, traffico), a discutere con numerosi cittadini sembra pure che le attitudini richieste per candidatura non siano rispettate ma è preferibile comunque assumere da fuori.
«I frontalieri in Ticino rappresentano una forza lavoro indispensabile per molti rami di attività economica, sia per la loro competenza sia per la disponibilità di molti di essi ad accettare degli stipendi che non permettono di vivere in Ticino».
Le implicazioni sono molteplici per le aziende meno sostenibili: dalla resilienza alle ingiustizie, alla percentuale non rispettata del proprio lavoro, al lamento e dalla ricattabilità (perché fuori c'è la fila).
Città del mestiere, percorsi nuovi e di livello terziario a 360 gradi richiedono ingenti fondi statali e non sembrano soddisfare troppo i diversi settori del privato, ma quali sono i bisogni di chi richiede i lavoratori?
Se di ingegneri meccatronici o altamente specializzati in industria sul mercato locale sembrano mancare, per altre categorie del terziario il problema non sussiste, il nostro territorio sforna continuamente studenti e apprendisti pronti a soddisfarne le necessità o comunque a cominciare con un nuovo profilo professionale.
Se le necessità non corrispondono al profilo altre variabili oggi giorno vengono ricercate dai nuovi impresari di oltre frontiera (sono molti i titolari non CH) ma anche da locali e soprattutto dai responsabili risorse umane con le loro necessità nel promuovere loro conoscenze.
Se il privato è una giungla in senso stretto il pubblico però dovrebbe dare il buon esempio nelle assunzioni e assumere quindi sul proprio territorio, ma anche lì bisogna fare attenzione, perché spesso e volentieri queste premesse non sono mantenute sufficientemente e la migrazione verso il nostro Cantone può essere fatta in maniera discutibile, con accorgimenti istantanei dell’ultimo minuto anche con amici e servizi ad hoc pur vivendo ancora alle origini.
In questi tempi di crisi planetaria sul territorio ticinese serve tenersi stretto il salario e far girare la propria economia, ma sicuramente non è neanche più tempo per chi vuole sfruttare indebitamente un certo tipo di mercato.