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OspiteLa Riforma fiscale riconosce la nuova realtà sociale

24.05.24 - 06:58
Simona Genini, deputata PLR
Simona Genini
Fonte Simona Genini
La Riforma fiscale riconosce la nuova realtà sociale
Simona Genini, deputata PLR

Ho sempre sostenuto che il Ticino deve lavorare senza sosta per mantenere equo e concorrenziale il proprio apparato tributario, sfruttando tutte le opportunità offerte dal nostro sistema federalista. La Riforma fiscale sulla quale voteremo il 9 giugno è un buon esempio di questo approccio, perché include (finalmente) una ampia serie di miglioramenti che rinnovano un apparato ormai antiquato.

La prima ragione per votare SÌ, occorre ricordarlo, è che solo in questo modo impediremo l’aumento generalizzato del 3% delle imposte a partire dal 1. gennaio 2024. Un aumento che sarebbe iniquo perché colpirebbe, in modo indiscriminato, tutti i contribuenti. Le conseguenze si farebbero sentire soprattutto per il ceto medio, già fortemente penalizzato dalla crescita del costo della vita e dei premi di cassa malati.

Ci sono però altri motivi per sostenere con convinzione il progetto del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio, a cominciare dalla sacrosanta revisione delle regole che riguardano le imposte di successione e donazione. Grazie alla Riforma fiscale, infatti, il nostro Cantone potrà dimostrare che promuovere l’equità non è uno sforzo che si limita alla redistribuzione della ricchezza, ma riguarda anche la capacità di riconoscere le trasformazioni del nostro modo di vivere in società. La famiglia non è più quella di una volta: ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, e l’elettorato sembra averlo capito benissimo. Per questo motivo è riuscita, tra l’altro, l’iniziativa popolare lanciata dalle donne liberali svizzere, che punta a eliminare la penalizzazione dei coniugi e le persone che vivono in un’unione registrata.

Il messaggio per cui la società si è trasformata, però, fino a oggi non era ancora stato recepito dal fisco ticinese. Per concubini, vedovi, divorziati che per scelta di vita non si sposano più, categorie di persone sempre più presenti nella nostra società, nel nostro Cantone persiste infatti al momento un trattamento ingiusto, quando si tratta delle imposte di successione.

Per esempio, se una donna vuole donare o lasciare in eredità una parte del suo patrimonio al proprio compagno di una vita, oggi è assoggettata all’aliquota massima, fino a uno stratosferico 41% – quasi la metà del lascito! Se l’eredità consiste nella casa condivisa dalla coppia, è facile che questa vera e propria predazione fiscale obblighi il superstite a vendere l’immobile per pagare le imposte, con tutte le conseguenze emotive che un passo del genere comporta.

Questo sistema è non solo dannoso, ma anche beffardo, perché, di fatto, provoca crescenti perdite fiscali al nostro Cantone. Molti contribuenti, sentendosi esposti al rischio di una tassazione esagerata sul patrimonio di una vita, praticano infatti il classico «voto con i piedi» , trasferendosi verso altri Cantoni, che non conoscono questa imposta o la conoscono in versione più attenuata.

Uno di questi rifugi, purtroppo per noi, è geograficamente vicinissimo: si tratta della Mesolcina. Il Canton Grigioni, che già applicava un’aliquota attenuata, nel 2019 ha infatti riformato la sua legge introducendo l’esenzione dall’obbligo fiscale per i concubini. In pratica, le aliquote attuali del Ticino sono un invito a fare le valigie.

Il potere del federalismo è legato anche all’occasione che ci offre di correggere i nostri errori, imitando ciò che funziona. Con la Riforma fiscale abbiamo l’opportunità di seguire l’esempio dei Cantoni che si sono mossi prima di noi, per ottenere – in un colpo solo – un cambiamento che assicura più concorrenzialità e un approccio più equo alla nuova realtà delle relazioni sociali. Per riuscirci, dobbiamo solo votare SÌ il 9 giugno.

Simona Genini, deputata PLR

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