L'attaccante, cresciuto nelle giovanili della Dea: «Forse, tornando a giocare, i cattivi pensieri andranno via»
Nel giorno in cui la Serie A esce dal "letargo" imposto dal Covid-19 con il via agli allenamenti individuali, la “Gazzetta dello Sport” ha pubblicato un’interessante intervista a Musa Barrow, gambiano classe '98 cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta.
«A causa del coronavirus ho perso degli amici. Gente che mi ha aiutato e sostenuto, persone che mi hanno dato consigli e anche allevato nella casa in cui stavo ai tempi delle giovanili - ha spiegato l'attaccante, attualmente in forza al Bologna - Il mio primo gol, quando riprenderemo a giocare, sarà dedicato a loro e a Bergamo. Sarà una scritta sotto la maglia, un’intervista o uno sguardo al cielo. Ma sarà tutto per loro».
Barrow resta cauto sulla ripresa del campionato. «Se si dovesse davvero ricominciare, bisognerà farlo in piena sicurezza. Certe situazioni non andranno mai dimenticate. In Gambia diciamo che il calcio ha il potere di salvarti la vita, se può dare anche un sorriso, ben venga».
La ripresa del calcio potrebbe essere un segno di speranza. «Forse tutti i cattivi pensieri andranno via, perché il calcio ha anche questo potere. Pensi a giocare, divertirti, ma tenendo nel profondo quella gente scomparsa: c’è chi ha perso madri o padri, nonni».