È la richiesta inoltrata alla Confederazione da tre organizzazioni di medicina d'urgenza e di salvataggio.
Ogni indugio, viene sottolineato, è «assolutamente incomprensibile» dal punto di vista medico.
BERNA - Tre organizzazioni di medicina d'urgenza e di salvataggio chiedono alla Confederazione e ai Cantoni di adottare «misure coordinate e immediate per contenere la seconda ondata» di coronavirus. Ogni indugio è «assolutamente incomprensibile» dal punto di vista medico, sottolineano.
La Società svizzera di medicina d'urgenza e di salvataggio (SGNOR), “Notfallpflege Schweiz” (l'associazione svizzera delle cure d'urgenza) e l'Associazione svizzera soccorritori (ASA) osservano «con la massima preoccupazione gli sforzi scoordinati e talvolta esitanti della politica e dei suoi consulenti per combattere la pandemia di COVID-19 in Svizzera», si legge in una nota congiunta pubblicata oggi.
Il ritardo nelle misure urgentemente necessarie per il contenimento della seconda ondata è assolutamente incomprensibile dal punto di vista della medicina d'urgenza. L'attuale balzo improvviso dei test positivi e il numero crescente di ricoveri ospedalieri sono scenari da cui le tre organizzazioni mettono in guardia da tempo.
I reparti di pronto soccorso e i servizi di salvataggio in Svizzera sono in servizio ininterrottamente dall'inizio dell'anno e allo stesso tempo gestiscono centri per i test nella maggior parte delle località. Nella nota, le organizzazioni precisano che la «politica poco mirata della Confederazione e dei Cantoni metterà a dura prova fisicamente e psicologicamente il già stremato personale dei reparti di pronto soccorso»: bisogna impedire «che il nostro personale vada incontro a completo esaurimento».
Un appello ad intervenire viene anche dal responsabile dell'unità di terapia intensiva presso gli ospedali universitari di Ginevra (HUG), Jérôme Pugin. In un'intervista pubblicata oggi dalla Tribune de Genève, il medico sottolinea come l'unica misura efficace per bloccare il picco della seconda ondata di coronavirus sia quella del confinamento. Il nuovo lockdown dovrebbe essere rigoroso ma breve.
«Non siamo ancora andati abbastanza lontano nelle misure restrittive che permetterebbero di tagliare un'onda di questa portata», aggiunge Pugin. Bisogna tuttavia fare in fretta: «se decidiamo oggi, vedremo gli effetti tra tre settimane...». Ciò che accadrà dipenderà dalle decisioni politiche.