Il sondaggio di SSR conferma le tendenze emerse in quello di Tamedia. Scenari aperti per gli altri due oggetti
Per il voto sull'identificazione elettronica gli indecisi sono all'11%. Per l'accordo di libero scambio con l'Indonesia si arriva al 13%.
BERNA - Se si fosse votato a metà gennaio tutti i tre oggetti sui quali il popolo è chiamato a esprimersi il 7 marzo - l'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso", la Legge federale sull'identificazione elettronica e l'accordo di libero scambio con l'Indonesia - sarebbero stati accolti. Tuttavia sugli ultimi due oggetti i giochi restano più che mai aperti. È quanto rivela il primo sondaggio realizzato dall'istituto di ricerca gfs.bern su mandato della SSR, che mette in evidenza tendenze generalmente in linea con quelle rilevate nel sondaggio di Tamedia.
L'iniziativa sul divieto del burqa raccoglie il 56% di voti a favore e il 40% di contrari. Oltre i due terzi degli intervistati (69%) sono già sicuri della loro scelta, mentre il 4% ancora non si è fatto un'idea.
Questa iniziativa del comitato di Egerkingen, sostenuta in particolare dall'UDC, è segnata da una forte polarizzazione sinistra/destra: le persone vicine al PS e ai Verdi sono chiaramente contrarie al divieto di dissimulare il viso.
A livello regionale, l'iniziativa registra un maggiore sostegno in Ticino (68%) e nella Svizzera francese (63%) che nella Svizzera tedesca (54%). Accoglie inoltre più consensi nelle zone rurali che nelle città, così come tra gli ultra 40enni.
L'argomento che più convince i favorevoli è quello della parità dei diritti (76%), seguito dalla lotta contro il terrorismo e i criminali (65%) e il simbolo oppressivo del velo integrale per le donne (59%). L'argomentazione dei contrari è invece il rischio che le donne siano escluse dalla vita pubblica (59%).
Questi primi risultati potrebbero suggerire che l'iniziativa sia accettata il 7 marzo. Tuttavia, l'istituto gfs.bern è cauto sul risultato del voto. Il sostegno all'iniziativa all'interno del PLR, del Centro (PPD, PBD e Evangelici) e del PVL non è completamente assicurato. "È qui che la decisione sarà presa", sottolinea il gfs.berna.
Identificazione elettronica: una maggioranza risicata
La Legge federale sui servizi d'identificazione elettronica, mostra una maggioranza a favore, ma debole (52%), mentre il 37% è deciso a votare contro. Ma le opinioni sono ancora lontane dall'essere definite: l'11% degli intervistati è infatti ancora indeciso a livello nazionale e tale percentuale è addirittura del 21% nella Svizzera francese. Il Ticino, dove i favorevoli a questo oggetto sono il 66% (contrari il 23% e indecisi l'11%), si distacca nettamente dalla Svizzera tedesca (54% sì) e dalla Svizzera francese (47% di sì).
La maggioranza degli elettori del PLR, del PVL e del Centro (PPD, PBD e Evangelici) voteranno a favore del progetto. La base dell'UDC lo sostiene di misura, mentre PS e Verdi sono in gran parte contrari.
Libero scambio con l'Indonesia: giochi ancora aperti
Infine, l'accordo di libero scambio con l'Indonesia è accolto attualmente al 51% e respinto al 36%. Il 13% degli intervistati si è detto ancora indeciso.
I contrari sono soprattutto maggiori tra le fila dei Verdi e del PS, mentre i sostenitori sono predominanti tra i simpatizzanti del PLR. La quota di indecisi è ancora grande tra i giovani, le donne e nelle piccole e medie città.
Per due terzi di coloro che sono a favore di questo accordo, l'argomento chiave è la soppressione dei diritti doganali e altri ostacoli al commercio. Per gli oppositori, l'ecologia e i diritti dell'uomo sono al primo posto (83%). Un altro 63% pensa che l'olio di palma troppo economico faccia concorrenza agli oli indigeni. Il 56% si aspetta che il piccolo effetto dell'accordo sull'economia svizzera non compensi il danno causato dalla produzione di olio di palma.
L'istituto gfs.bern ha condotto il sondaggio dall'11 al 24 gennaio tra 9'067 persone con diritto di voto. Il margine di errore è di +/- 2,8 punti percentuali.