Nuovi correttivi alle misure per contrastare il Covid. Ma Berset annuncia: «Al vaglio l'abbandono delle quarantene»
Intanto le disposizioni adottate il 17 dicembre - in particolare "2G", telelavoro e limiti negli incontri privati - vanno prolungate a fine marzo.
BERNA - Quarantena e isolamento ridotti a cinque giorni e validità del certificato covid limitata a 9 mesi. Sono le nuove misure proposte oggi dal Consiglio federale nella lotta al coronavirus.
Nel contempo, le disposizioni adottate il 17 dicembre - in particolare "2G", telelavoro e limiti negli incontri privati - vanno prolungate a fine marzo.
Contagi esplosi, ma ricoveri in calo - Il governo evidenzia come nelle ultime settimane i ricoveri e l'utilizzo delle unità di terapia intensiva siano diminuiti, e ciò nonostante l'aumento esponenziale del numero di casi positivi. Tuttavia non siamo fuori pericolo, anzi. «Apro questo nuovo anno augurarvi ogni bene, successo perseveranza e buona salute in questo contesto. Ma la pandemia continua a impegnarci - ha esordito il presidente della confederazione Ignazio Cassis durante l'incontro con i media da Berna -. Il numero dei contagi non è mai stato così alto, ma forse non è l'elemento principale in questo momento. Il virus continuerà ad avere un impatto importante sulla salute pubblica». A preoccupare è ovviamente la variante Omicron. La strategia del Consiglio federale è quella di scegliere le misure in modo tale che gli ospedali siano protetti dal sovraccarico, ma anche salvaguardare l'economia in un momento in cui vi sono 220 mila svizzeri a casa in quarantena.
Cassis annuncia che le misure non saranno inasprite. Tuttavia, quelle già in atto saranno prorogate fino alla fine di marzo e i Cantoni dovranno essere consultati di conseguenza. «Se la situazione dovesse peggiorare, il Consiglio federale agirà immediatamente», sottolineato in conferenza stampa. Quindi conclude con un invito: «Pensate alle persone, più che alle strutture. Ai malati che hanno un decorso grave, ma che possiamo proteggere seguendo le misure del consiglio federale e vaccinandoci».
«Ci auguriamo il passaggio a una situazione endemica» - Dalle parole del ministro della sanità Alain Berset traspare della speranza: «Non sono necessarie nuove misure. Naturalmente, l'obiettivo finale è sempre quello di evitare di sovraccaricare gli ospedali. Mi auguro che siamo alla transizione da quella che è una pandemia a una situazione endemica».
Verso l'abbandono delle mascherine e la fine delle quarantene? - Non solo. Ci sarà una consultazione sulla questione della completa revoca dell'isolamento e della quarantena, afferma Berset. Sono state inoltre avviate ulteriori consultazioni in merito al requisito della mascherina e al periodo di validità dei certificati.
La situazione attuale - Con l'arrivo della variante Omicron, stando ai dati, le persone vaccinate o guarite hanno meno probabilità di essere ricoverate rispetto alla Delta. Lo stesso discorso vale per gli ospedalizzati che devono essere trasferiti in cure intense.
Il booster riduce i rischi - Nuovi dati scientifici confermano inoltre che la terza dose riduce notevolmente il rischio di ricovero in ospedale. La vaccinazione continua quindi a offrire la migliore protezione contro i decorsi gravi e le conseguenze a lungo termine della malattia.
La situazione resta critica - La situazione epidemiologica rimane comunque critica e resta difficile prevederne l'evoluzione. Anche se la variante Omicron appare meno preoccupante per i vaccinati o guariti, è probabile che il numero delle ospedalizzazioni aumenterà a causa dell'altissimo numero di contagiati. A ciò va aggiunto il fatto che negli ospedali una percentuale sempre più alta del personale sarà assente per malattia.
Quarantene ridotte - Con la variante Omicron, l'intervallo di tempo tra infezione e trasmissione del virus si è però ridotto. Per questo motivo, ma anche per far fronte ai problemi dati dal numero elevato dalle persone finite in quarantena e in isolamento, il Consiglio federale ha deciso di ridurre la loro durata.
A partire da domani, l'isolamento - per chi è risultato positivo al virus, ndr. - passa da dieci a cinque giorni a condizione di non avere più sintomi da almeno 48 ore. I cantoni possono prevedere eccezioni per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento.
Anche la quarantena - per chi è stato in contatto con un positivo, ndr. - viene ridotta a cinque giorni. La quarantena sarà inoltre limitata alle persone che vivono nella stessa economia domestica della persona contagiata, o che hanno avuto contatti regolari e ravvicinati con chi è risultato positivo al test. Sono invece esentate dalla quarantena le persone che hanno ricevuto l'ultima dose di vaccino o sono guarite da meno di quattro mesi. Anche in questo caso i cantoni possono anche concedere eccezioni.
In consultazione pass 9 mesi e proroga "2G" - Allo scopo di evitare il più possibile il sovraccarico delle strutture ospedaliere, il Consiglio federale propone poi - questa misura è stata inviata in consultazione fino a lunedì presso i Cantoni - di prorogare le misure adottate a metà dicembre. Queste prevedono il regime "2G", l'obbligo della mascherina negli spazi chiusi, tranne che per consumare nei bar e ristoranti (ma solo stando seduti). Qualora non fosse possibile (per esempio per le corali o nelle discoteche) viene richiesto il cosiddetto "2G+". Il telelavoro rimane obbligatorio e le riunioni private con non vaccinati o guariti restano limitate a 10 persone. Se la situazione negli ospedali dovesse peggiorare notevolmente, il governo potrà decidere misure di più ampia portata, come la chiusura di attività e l'introduzione di limiti per i grandi eventi.
Il governo nel frattempo vuole anche ridurre da 365 e 270 giorni il periodo di validità di tutti i pass covid. In questo modo si garantisce che il certificato di vaccinazione continui ad essere riconosciuto dall'UE. La misura, anch'essa inviata in consultazione, entrerebbe in vigore il 1° febbraio.
Nella consultazione, l'esecutivo chiede anche il parere dei cantoni su altre questioni, come il divieto dell'insegnamento in presenza per il livello terziario, limitazioni della capienza per le grandi manifestazioni, l'inasprimento dell'obbligo della mascherina, le capacità nei reparti di terapia intensiva, l'obbligo di sottoporsi al test prima dell'entrata in Svizzera per le persone vaccinate o guarite, l'adeguamento della strategia di test a causa del sovraccarico dei laboratori, la rinuncia ai test antigenici rapidi e la revoca delle regole sulla quarantena.
Le domande poste dai giornalisti
La situazione di ospedali e terapie intensive?
Cassis: «Al momento abbiamo un numero sufficiente di posti letto per assorbire importanti aumenti negli ultimi giorni. Dobbiamo basarci sulle nostre proiezioni, e per ora mostrano che siamo in grado di assorbire il colpo».
A quale dei due scenari proposti ieri dalla task force stiamo assistendo?
Berset: «Si prevedono più ricoveri ospedalieri, ma non necessariamente un aumento delle unità di terapia intensiva».
Verso la fine della quarantena?
Berset: «La questione è attualmente in consultazione».
Quarantena ridotta retroattiva?
Michael Gerber: «Sì, le persone che sono già state in quarantena per 5 giorni possono terminarla da domani».
Non dovreste abolire il certificato e imporre le mascherine?
Berset: «Stiamo vivendo la più grande ondata di contagi dall'inizio della pandemia, ma stiamo anche assistendo a una riduzione delle terapie intensive. Ora non è il momento di allentare le misure».
La popolazione non rischia di prendere alla leggera la variante Omicron?
Cassis: «Il rischio c'è. Dobbiamo ancora attenerci rigorosamente alle misure, usufruire della possibilità di vaccinarsi e ottenere il booster e indossare le mascherine».
Il requisito del certificato povrebbe essere allentato per la fascia di età più giovane?
Berset: «Potrebbe essere discusso. Tuttavia, c'è il rischi che le persone anziane che si sono fatte vaccinare per dare il loro contributo si sentano svantaggiate se vedono due trattamenti differenti».