Il sindaco di Lugano ammette, tuttavia, che un gay pride è una manifestazione «un po' controversa»
LUGANO - Annunciando la decisione di organizzare un gay pride nella Svizzera italiana, i promotori dell'iniziativa lasciano aperte tutte le possibilità per quanto riguarda la città ospitante. Lugano sarebbe «disponibile» quantomeno a discuterne.
«Si tratta in genere di manifestazioni un po’ controverse e, quindi, se Lugano dovesse entrare in linea di conto auspicherei prima di tutto un incontro con gli organizzatori per capire le loro aspettative, le previsioni in termini di affluenza e i costi», commenta il sindaco di Lugano, Marco Borradori. «Non è un no di principio né un sì di principio, siamo disponibili a discuterne», aggiunge.
Pride simili in altre regioni della Svizzera e quello, recente, di Varese hanno attirato circa 3mila partecipanti. Per la città sarebbe un problema far fronte a questo tipo di affluenza? «Se il numero dei partecipanti fosse questo la Città sarebbe assolutamente in grado di gestirlo», risponde Borradori.