Il progetto promosso da privati prevede un nuovo terminal di tre piani con autosilo sotterraneo da 150 posti, hangar per la manutenzione, un albergo e una navetta
LUGANO - Il rilancio dell’aeroporto di Lugano potrebbe passare dai privati. Silvio Tarchini, tra i promotori del progetto, lo ha presentato sulle pagine del Caffè: un nuovo terminal di tre piani con autosilo sotterraneo da 150 posti, hangar per la manutenzione degli aerei, una nuova torre di controllo, un albergo con una trentina di stanze e una navetta che colleghi l’area di Agno a quella di Bioggio dove è prevista - da parte di Tarchini, che ha ottenuto la licenza per la trasformazione dei suoi capannoni ex Laurastar in hangar - la realizzazione di un centro di competenze aeronautiche.
Una totale riorganizzazione dell’aeroporto, insomma, con un investimento di circa 20 milioni di franchi, da finanziare con un accordo tra ente pubblico e privati. Il progetto è stato elaborato dall’architetto Alex Middeke e dall’ingegnere Dario Kessel.
Per Maurizio Merlo, direttore di Lugano Airport, si tratta di «un progetto interessante». Anche il sindaco di Lugano Marco Borradori si è detto felice dell’interessamento dei privati.
E proprio il 14 maggio il Consiglio comunale di Lugano dovrebbe esprimersi sul credito da 6 milioni di franchi per la realizzazione di due hangar. Al riguardo si è espresso anche Claudio Zali, dalle pagine del Mattino: «Il Cantone fa la sua parte ma è chiaro che l’iniziativa e il sostegno devono venire in prima linea dalla Città. I loro tentennamenti non devono significare che il Cantone uscirà per primo a esporsi e a stanziare i crediti. A Lugano si finisca di fare giochini politici e si pensi veramente al futuro dell’aeroporto».
I voli Lugano-Ginevra - Il ripristino della tratta tra Lugano e Ginevra è tra le priorità dell’aeroporto ticinese. Al Caffè Maurizio Merlo ha spiegato che la soluzione migliore sarebbe la ripresa del volo da parte di Skywork. Ma se questo non dovesse funzionare, la Lugano Airport Sa potrebbe costituire una compagnia di sua proprietà, noleggiando un velivolo con l’accordo di wet lease che comprende le prestazioni accessorie. In questo caso potrebbe (ri)entrare in gioco la Adria Airways - aveva acquistato la Darwin Airlines, fallita poco dopo -, che prenderebbe in leasing i sei Saab 2000 (che appartenevano a Darwin) dall’americana Jetstream, che potrebbe pagare 16,5 milioni di dollari per averli.