Il linguista Alessio Petralli rilancia l’idea di una spiaggia stile “La Croisette”. Se ne parlerà, di nuovo, martedì sera alle 18 alla biblioteca cantonale, con vari ospiti
LUGANO – La spiaggia “stile La Croisette” di Cannes, a Lugano? A (ri) lanciare il dibattito, a inizio anno, era stato il linguista Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius. Ora Petralli torna alla carica. Con nuove argomentazioni. E martedì 6 agosto, alla biblioteca cantonale di Lugano, ne parlerà ancora pubblicamente.
Professore, cosa la spinge a cavalcare ulteriormente l’onda?
Il successo di Lugano Marittima, prima di tutto. E poi l’altrettanto apprezzata apertura della nuova spiaggia di Ginevra, la Plage Publique des Eaux Vives. Non dimentico, inoltre, i tanti riscontri positivi avuti dopo il mio contributo al capodanno luganese.
Chi interverrà, oltre a Lei, durante la serata di martedì, moderata dal direttore della biblioteca, Stefano Vassere?
Urs Lüchinger, geologo e presidente di Federpesca, che presenterà i vincoli geologici ed ecologici connessi a una spiaggia in cui lui crede molto. Luca Gambardella, direttore dell’istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale, che spiegherà come la digitalizzazione potrà contribuire alla creazione di un nuovo concetto di lungolago. Andreas Kipar, architetto paesaggista di fama internazionale, che ci mostrerà concretamente come potrebbe essere il futuro delle rive del Ceresio. Infine, il sindaco Marco Borradori, che darà un suo parere personale su questa idea.
Finora si è discusso tanto. Ma Lei crede veramente che si possa passare dalle parole ai fatti?
Serve uno studio di fattibilità. Con tanti esperti che in due o tre mesi al massimo arrivino a proporre alla politica delle soluzioni concrete. Comprendendo costi e benefici. Io sono convinto che sia fattibile.
Da dove deriva questo suo ottimismo?
La spiaggia di Ginevra è costata poco più di 100 milioni di franchi. Così come la futura copertura dell’autostrada ad Airolo, soldi trovati in pochissimo tempo: metà provenienti dalla Confederazione e metà dal Cantone. Se si è trovata questa cifra per Airolo, destinata a un’opera importante, perché non si può fare altrettanto per un investimento che porterebbe a Lugano e al Ticino fior di benefici?