C'è un assente pagante in quel del Quartiere Maghetti. Il contratto decennale rischia di saltare, ma c'è voglia di ottimismo: «Gli affari vanno. C'è chi ha raddoppiato i locali»
LUGANO - «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce» esordiva appena un anno fa un entusiasta Alberto Montorfani (segretario della Fondazione Maghetti), svelando le "importanti novità" decise per il rilancio del Quartiere nel cuore di Lugano. Tra queste c'erano due inaugurazioni: "California Bakery" e "Bagels", che avrebbero dovuto aprire da lì a poco.
Continui ritardi - Lo scorso maggio eravamo andati a "bussare" al Maghetti per chiedere i perché di un ritardo così consistente nell'apertura dei due negozi. Anche in quell'occasione ci veniva risposto: «Aprirà tra un mese e mezzo. C'è molta attesa». I ritardi, ci spiegavano, erano dovuti a due altre inaugurazioni (quella di Milano e di Bergamo) seguite dallo stesso gruppo.
Il mese e mezzo è passato. Anzi, ne sono passati quattro, ma delle fantastiche torte e del pane appena sfornato della nota catena non c'è traccia. Sul sito del Quartiere Maghetti, intanto, l'annuncio dell'arrivo della nota catena resta: «Prossimamente apre California Bakery. Vi aspettiamo!», recita un'immagine che evoca invitanti colazioni.
L'aut aut - Meno ottimismo sembra però trapelare dalle parole del direttore del Maghetti, Riccardo Caruso che, intervistato da Teleticino ha ammesso: «Stiamo cercando di arrivare a un punto. O occupano il negozio (del quale stanno pagando regolarmente l’affitto n.d.r.) entro gennaio o il contratto decennale firmato lo scorso anno salta. Per il Quartiere Maghetti è sicuramente un danno d’immagine». Al momento la situazione al Maghetti vede 7 vetrine vuote. Solo 3, però, sono i negozi sfitti. Le altre sono quelle che riportano le insegne di "California Bakery" e "Bagels".
«Pagano, ma è un danno d'immagine» - Ancora Caruso, da noi contattato, ci tiene a una puntualizzazione: «Questo continuo parlare di crisi, tutte queste notizie negative sul commercio luganese certo non ci fanno bene. Tuttavia, dal restyling del Quartiere, stiamo comunque tenendo il colpo». Quindi aggiunge: «Perché non dare anche notizie positive? Da poco Oriella Page ha raddoppiato gli spazi, segno che gli affari le vanno bene». Il Direttore in ogni caso è fiducioso: «Il fatto che Bakery paghi l'affitto non è sufficiente. Le vetrine vuote rappresentano un danno d'immagine. Entro dicembre contiamo di definire il futuro di quegli spazi. Non vogliono occuparli? Ci sarà qualcun altro a farlo. La piazza gastronomica, qui, ha sempre funzionato».
Nessuna risposta dagli uffici di Milano - Abbiamo provato a prendere contatto con la responsabile di California Bakery, Maria Luisa Castiglioni. All’epoca della conferenza stampa che annunciava l’arrivo della catena italiana, Castiglioni si era detta piuttosto fiduciosa per l’approdo luganese, nonostante la scottatura recente in quel di Mendrisio (la catena aveva aperto e chiuso in poco tempo a causa, secondo l'azienda, della «mutata viabilità» che aveva inciso negativamente sul negozio). Dagli uffici del gruppo, nel corso di tutta la mattinata, mai nessuno ha alzato il telefono. Sintomo di qualcosa che non va?