Il settore dell'edilizia lancia un appello alle autorità cantonali e comunali: «C'è il rischio di crisi occupazionale»
Preoccupano i tagli ai progetti e CostruzioneTicino fa gli esempi dei progetti promossi dalle FFS e dell'Eoc
BELLINZONA - Un blocco degli investimenti a causa della pandemia rischia di estendere la crisi da economica ad occupazionale. A lanciare l’allarme è la Comunità di lavoro CostruzioneTicino, della quale fanno parte la Conferenza delle Associazioni Tecniche del Cantone Ticino, la Società Svizzera Impresari Costruttori, l'Unione Associazioni dell’Edilizia, i sindacati OCST e UNIA.
Segnali di risparmio: le FFS - Le preoccupazioni che giungono dalle autorità politiche, secondo CostruzioneTicino, non giustificano in alcun modo decisioni come quelle di bloccare investimenti già previsti e programmati da tempo. «In periodi di crisi - sottolinea la nota - occorre anticipare gli investimenti che assumono anche un’importante funzione anticiclica per salvaguardare l’esistenza delle aziende e i relativi posti di lavoro». Segnali concreti in tal senso stanno emergendo. E si fanno gli esempi delle FFS, dove «purtroppo, in Ticino sono stati confermati tagli degli investimenti nell’ordine del 50%, sia per il 2021 che per il 2022. Una decisione incomprensibile, giustificata dai vertici delle FFS con la riduzione delle entrate in seguito alla pandemia».
L'EOC tira il freno - A livello di Ente ospedaliero cantonale, continua il comunicato stampa, «ha destato scalpore la recente decisione di sospendere il progetto per aumentare la volumetria dell’Ospedale Civico di Lugano. Un progetto di circa 200 milioni di franchi – che si trova peraltro in uno stato già molto avanzato tanto che i primi appalti erano previsti tra pochi mesi – verso il quale i professionisti della costruzione facevano parecchio affidamento anche per fronteggiare, almeno in parte, il netto calo di lavoro nell’edilizia abitativa riscontrato negli ultimi anni».
L'appello alle autorità - Secondo CostruzioneTicino occorre invertire sul nascere questa tendenza al blocco degli investimenti, «se non vogliamo estendere l’attuale crisi economica ad una pericolosa crisi occupazionale». Da qui il chiaro appello rivolto al Governo, ai Comuni e a tutti i committenti pubblici e para-pubblici affinché intensifichino la pianificazione dei progetti, migliorino le procedure d’appalto, assegnino i contratti d’appalto e sostengano il settore allargato delle costruzioni.
Le riserve in via di esaurimento - L’economia ticinese, conclude la Comunità di lavoro, «ha bisogno adesso di nuovi investimenti. Le riserve di lavoro nell’edilizia si stanno infatti consumando velocemente ed ora le stesse dipendono dai nuovi progetti e dal coraggio di investire anche nelle infrastrutture, nonostante il periodo molto difficile per tutti. Ridurre gli investimenti necessari è un falso risparmio in quanto la decisione di ritardare la spesa non fa che accrescerla in modo esponenziale con il passare del tempo».