In gran parte della Svizzera si è ancora lontani dai pernottamenti registrati nel 2019. Il nostro Cantone fa eccezione.
BERNA - Per il turismo elvetico la stagione estiva 2021 è stata di forte rilancio rispetto a quella dell'anno prima, ma si è ancora lontani dai livelli pre-pandemici, perlomeno a livello nazionale: Ticino e Grigioni hanno per contro approfittato della voglia di vacanze in patria mostrata dagli svizzeri.
Stando ai dati diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST) nel periodo da inizio maggio a fine ottobre i pernottamenti nella Confederazione si sono attestati a 18,2 milioni, in progressione del 35% nei confronti degli stessi mesi del 2020, ma in calo del 20% rispetto a quelli del 2019.
Ad alimentare il settore è stata soprattutto la domanda indigena, con 12,7 milioni di notti, record storico (+21% su 2020, +29% su 2019). Il segmento degli stranieri appare in ripresa (+79% su 2020), con 5,6 milioni, ma è ancora sotto il 2019 (-57%): rispetto a due anni or sono gli ospiti provenienti dall'Europa hanno segnato -33%, gli americani -74% e gli asiatici -85%.
A livello di singoli mesi, tutti presentano un incremento annuo, che va dal +213% di maggio al +6% di luglio. Per quanto riguarda ottobre - i cui dati sono stati diffusi oggi per la prima volta - l'aumento è del 39% a 2,9 milioni (+15% svizzeri, +161% gli stranieri).
Tornando all'ottica stagionale, tutte le regioni turistiche vedono il rilancio rispetto al 2020, ma solo Ticino (+28% a 2,1 milioni), Giura e Tre Laghi (+17%), Grigioni (+14% a 2,7 milioni) e Svizzera orientale (+8%) segnano incrementi di pernottamenti anche nei confronti del 2019. Le regioni urbane mettono a referto sensibili aumenti nei confronti dell'anno scorso, ma la domanda rimane tuttora più bassa di quella che si registrava quando i turisti e uomini d'affari internazionali arrivano a frotte senza doversi preoccupare del virus.