Il rapporto relativo al 2023 indica i valori migliori dall'inizio delle misurazioni per i tre principali inquinanti
BELLINZONA - I dati parlano chiaro: nel 2023 la qualità dell'aria in Ticino - secondo il rapporto “Qualità dell’aria in Ticino” - ha fatto registrare ottimi risultati. Tutti e tre gli inquinanti principali (diossido di azoto, ozono e polveri fini) in gran parte delle località monitorate, hanno i valori migliori dall'inizio delle misurazioni.
Valutazione - Oltre a delle condizioni meteorologiche eccezionalmente favorevoli alla diluizione degli inquinanti, particolarmente incoraggiante per l'evoluzione delle concentrazioni è la marcata diminuzione dei valori registrati nel 2023 rispetto ai 5 anni precedenti, «a dimostrazione del fatto che ci troviamo di fronte ad una solida evoluzione positiva dettata soprattutto da un'effettiva diminuzione delle emissioni.
Inquinanti - Dopo una breve stagnazione dei valori registrata nel 2022 le medie annue del diossido di azoto «tornano a presentare una sensibile diminuzione, come dimostra la media annua complessiva di tutte le stazioni di misura, che scende di ben due unità allungando una serie di primati stabiliti durante gli ultimi anni con sempre maggiore frequenza e regolarità», si specifica. Oltre a rispettare ovunque i limiti di legge annui e giornalieri, «tutte le stazioni di misura stabiliscono infatti nuovi minimi storici, così come la stragrande maggioranza dei campionatori passivi (circa 160 punti di misura distribuiti sul territorio ticinese)», vienedettagliato
Il numero di ore di superamento del limite orario per l’ozono nel 2023 «presenta una forte e generalizzata riduzione, dopo che nel 2022 era stato registrato un numero totale annuo di superamenti tra i più alti dall’inizio dei rilevamenti. All'origine di questo miglioramento un'estate sensibilmente meno calda e meno soleggiata della precedente, nonché frequenti precipitazioni in primavera, così come durante i mesi di agosto e settembre», l'analisi.
Infine, rispetto all’anno precedente il 2023 presenta «una sensibile diminuzione delle medie annue delle polveri fini (PM10 e PM2.5), principalmente riconducibile alla quasi totale assenza di situazioni di stabilità atmosferica soprattutto durante il periodo invernale, risultato uno dei più miti a Sud delle Alpi dall'inizio delle misure nel 1864», la valutazione contenuta nel rapporto.
Confronto - A differenza del 2022, il cui inverno è pure stato caratterizzato da temperature superiori alla media, scarse precipitazioni e soleggiamento abbondante, nel 2023 si sono registrati frequenti periodi di instabilità atmosferica anche durante il resto dell'anno, con una conseguente diminuzione delle medie annue.