La pubblicità «improbabile» di un'avvocatessa spinge la deputata UDC a interrogare il Governo: «Non è nuova alla giustizia, dispone dei permessi necessari per operare in Ticino?»
BELLINZONA - C'è pubblicità gradita e meno gradita. Di quest'ultima categoria sembra far parte il "flyer" che la deputata UDC Lara Filippini si è trovata nella buca lettere. Oltre alla classica corrispondenza postale, che in questo periodo dell'anno porta cartoline d’auguri e promozioni dei vari negozi, è spuntata una «improbabile pubblicità di difesa di tipo legale con tariffe molto convenienti».
Il flyer a cui fa riferimento Filippini, nello specifico, è di tale avvocatessa Coronelli. Costei, «con toni a dir poco accattivanti, chiede al lettore del flyer se senta di aver subito delle ingiustizie di tipo legale e, se la risposta è affermativa, si mette a sua disposizione con una prima consulenza telefonica». Coronelli, infine, sottolinea quale peculiarità del suo studio il fatto di «proteggere i diritti umani».
La deputata UDC è andata quindi a controllare e, se è vero che nelle norme deontologiche emanate dalla SAV-FSA (Federazione Svizzera degli Avvocati), l’art.16 ricorda la possibilità di farsi pubblicità anche tra legali, l'avvocatessa in questione «non avrebbe alcun tipo di brevetto riconosciuto su suolo elvetico» e non sarebbe nemmeno «nuova alla nostra giustizia, proprio per questo annuncio».
Sembrerebbe, infine, che la Coronelli «sia stata espulsa in via definitiva dal territorio elvetico e che abbia percepito prestazioni della pubblica assistenza».
Il decreto d'accusa e il ricorso - L’Ordine degli Avvocati del Canton Ticino si è effettivamente rivolto al Ministero pubblico, il quale ha emanato, nel settembre 2019, un decreto d’accusa, proponendo la condanna dell'interessata per violazione della legge sulla concorrenza sleale e violazione della legge sull’avvocatura. La donna ha impugnato il decreto, e la vicenda approderà dunque alla Pretura penale.
«Fino a un’eventuale condanna passata in giudicato, come per tutti, vige ovviamente la presunzione di innocenza - sottolinea Filippini -, ma chi tutela fino ad allora le/i cittadine/i di questo cantone? Chi tutela i nostri avvocati regolarmente iscritti all’albo? Chi tutela il buon nome della nostra giustizia?».
Per queste ragioni, tramite un'interrogazione parlamentare, la deputata UDC pone al Consiglio di Stato i seguenti interrogativi: