I rapporti delle autopsie hanno stabilito la mancanza di organi in alcuni dei corpi delle vittime finora riesumati
NAIROBI - La polizia keniana sospetta che ci sia anche il traffico di organi umani, dietro alla cosiddetta "setta del digiuno" di Shakaola e alle 112 vittime accertate a cui il predicatore Paul Mackenzie Nthenge aveva ordinato l'astinenza al cibo "per poter vedere Gesù in paradiso".
«I rapporti delle autopsie hanno stabilito la mancanza di organi in alcuni dei corpi delle vittime finora riesumati», ha dichiarato l'ispettore capo Martin Munene in un documento consegnato agli inquirenti e trasmesso ai media. Munene ha smentito quanto annunciato in un primo tempo dai patologi del governo a Malindi, dopo gli esami su tutti i corpi.
Il quotidiano Daily Nation conferma che le indagini si stanno allargando a presunti complici del sedicente pastore. «Si ritiene che il commercio di organi umani sia una rete ben coordinata che coinvolge diversi attori. Si sospetta che altri corpi possano essere ancora sepolti nel vasto terreno che copre più di mille acri», ha precisato Munene.
Proseguono intanto le ricerche di altre fosse comuni nella foresta di Shakaola, nell'entroterra costiero del Kenya. Gli investigatori ritengono che nel terreno di proprietà del predicatore ci siano almeno altre 50 fosse comuni. Secondo la Croce rossa, 360 seguaci della setta risultano tuttora dispersi. Tra di loro ci sarebbero 200 minori.