L'allarme dell'Istituto geologico, intanto il fiume di lava inghiotte case (e scuole) nella sua corsa verso il mare
MADRID - Scoppiato domenica, con non così grande clamore e dopo una lunga serie di tremiti, la nuova fessura vulcanica apertasi sull'isola di la Palma potrebbe causare più danni del previsto.
Ne è convinta Carmen López la direttrice del Observatorio Geofísico Central del Instituto Geográfico Nacional che, scrive El Pais, ha monitorato da vicino l'eruzione: «Là sotto c'è dinamismo e materiale sufficiente perché l'eruzione duri ancora settimane», spiega López che cita la complessa situazione geologica del fondale marino su cui poggiano le Canarie, «non è detto però che l'attività vulcanica sarà accompagnata da fuoriuscita di lava, è troppo presto per dirlo».
Intanto, le colate magmatiche fuoriuscite da quella che inizialmente era una fessura di dimensioni ridotte, stanno lentamente scendendo a valle alla velocità di 700 metri all'ora.
Alte circa 6 metri, hanno già inghiottito diverse costruzioni, compresa una scuola, e distrutto coltivazioni.
Al momento è interessata soprattutto la cittadina di El Paso, e le sue frazioni. Al momento non è invece chiaro quante siano le abitazioni danneggiate collateralmente dai lapilli e dalle fiamme selvagge.
Come già riportato in precedenza, sono circa 5'000 le persone sfollate fra campi di calcio, palestre e strutture dell'esercito: «Non sappiamo cosa sia successo a casa nostra, ma temiamo il peggio», conferma uno di loro ai media spagnoli.
Quella che era iniziata come una sorta di curiosità geologica sta, piano piano, sempre più tratteggiandosi come una vera e propria emergenza in grado di cambiare per sempre l'isola e le vite dei suoi abitanti.
«Tutta la Spagna è con la Palma», ha dichiarato il premier Pedro Sánchz arrivato alle Canarie in seguito all'eruzione, «tutte le nostre risorse sono a disposizione dei cittadini, non ci dimenticheremo di voi e vi sosterremo».