A girarle sarebbe stato un tenente della Guardia costiera e capitano della motovedetta 920
PYLOS - «Il 15 giugno Miltiadis Zouridakis, tenente della Guardia costiera e capitano della motovedetta 920 che si è avvicinata al peschereccio la notte del naufragio, ha debitamente presentato materiale audiovisivo e cinque fotocopie di un diario di bordo della barca» al tenente della Guardia costiera, Nikolaos Tsoulos. Lo sostiene la testata investigativa documentonews.gr a proposito del naufragio del peschereccio con a bordo fino a 750 migranti avvenuto a sud della città di Pylos, nel Peloponneso.
Nei giorni scorsi il portavoce della Guardia costiera greca, Nikos Alexiou, aveva dichiarato che durante i soccorsi le telecamere della motovedetta non erano state attivate sostenendo che non ci siano registrazioni dell'intervento effettuato dalle autorità greche.
Mentre quanto avvenuto al largo delle greche resta ancora nebuloso, ai nove superstiti egiziani del naufragio di Pylos, accusati di traffico di esseri umani, sono state concesse 24 ore di tempo prima di essere ascoltati dagli inquirenti, su richiesta dei loro avvocati che hanno domandato di essere informati sull'intero fascicolo. Lo riporta l'agenzia Ana-mpa.
Gli accusati saranno nuovamente portati davanti alle autorità giudiziarie domani alle 10, ora locale, e saranno trattenuti, fino ad allora, dalla Direzione di polizia della Messenia, presso Kalamata.
Gli arrestati sono accusati del reato di ingresso illegale nel Paese, traffico di esseri umani, organizzazione criminale, omicidio colposo, e di aver provocato il naufragio. Secondo gli avvocati, tutti e nove i superstiti si dichiarano innocenti.
Indagini avviate - Nel frattempo, la Commissione Europea «prende nota» che le autorità greche hanno dato il via a un'indagine sul naufragio e raccomanda sia «approfondita». Lo dichiara una portavoce notando che le agenzie europee come Frontex ed Europol «danno sostegno» alla Grecia.
È stato poi notato che durante la riunione del gruppo di contatto sulle operazioni Sar di venerdì scorso «sono state discusse una serie di misure pratiche per evitare queste tragedie», in particolare «una maggiore cooperazione e scambio d'informazioni», evitando però di fornire maggiori dettagli.