La materia prima per la produzione è diventata più cara del 68% dallo scorso gennaio, la pandemia c'entra ma non solo
Dalla carta igienica passando per il cartone dei pacchi fino ai libri, i settori più colpiti dalla nuova crisi
PARIGI/NEW YORK - C'è penuria di tutto. I mercati del mondo stanno combattendo contro i ritardi, le catene di approvvigionamento spezzate e i lockdown qui e là. Ma se in fondo i chip e le scarpe non sono considerati beni di prima necessità, la carta lo è. Soprattutto quella utilizzata in bagno.
In Francia i distributori di carta igienica stanno incontrando non pochi problemi. E prevedono di dover alzare i prezzi del prodotto in modo considerevole. Un esempio è il gruppo svedese Essity che nell'esagono gestisce Lotus, Okay e Tena, e che si sta confrontando a un aumento del 30% nei costi di produzione della carta. Ma anche delle salviette igieniche, degli assorbenti, come dei dischetti di cotone.
Dallo scorso gennaio il prezzo della polpa cartaria, la materia prima di carta igienica o assorbente, per esempio, è salito del 68%. «Dobbiamo spendere di più per garantire uno stock sufficiente e per tenere al sicuro il nostro approvvigionamento», ha spiegato a Les Echos il vice presidente di Essity France Arnaud Lafleur. «L'impatto è talmente forte che la grande distribuzione deve accettare la situazione e fare lo sforzo di aiutarci, prendendo sotto di sé una parte degli aumenti».
La società ha 2'500 impiegati e otto stabilimenti in Francia. Ciò a cui non vuole arrivare è il licenziamento di una parte del personale. Si è quindi impegnata nella ricerca di una materia prima alternativa alla polpa cartaria, come anche al risparmio sugli imballaggi. Questo per fare in modo che i prezzi per i consumatori non si alzeranno.
Diversi problemi di approvvigionamento si sono verificati anche negli Stati Uniti, scrive Bloomberg, con carenza di cartone per scatole e imballaggi così come della carta solitamente utilizzata per i cataloghi. Un bel (doppio) problema, considerando l'inizio della stagione autunno-inverno che porta all'inesorabile corsa verso il Natale.
«Quando telefoni incessantemente e ti ripetono “non c'è più carta” allora inizi a preoccuparti», conferma al portale un'imprenditrice di San Francisco che gestisce un'azienda di abbigliamento che vende per corrispondenza, «in generale nel nostro settore il panico è abbastanza palpabile».
Fra i settori interessati c'è anche l'editoria che si trova in un momento di forte domanda, anche grazie al ritorno a scuola e la necessità di nuovi diari e libri di testo.