In Lettonia è tutto pronto per l'inizio dei Mondiali. La parola all'ex difensore della Nazionale Félicien Du Bois.
La selezione di Fischer farà il suo esordio sabato contro la Cechia. «Non sono più i tempi in cui, contro squadre del genere, si pensava a non prenderne cinque. La Svizzera potrà giocarsela tranquillamente»
RIGA - Appesi i pattini al chiodo dopo 19 stagioni passate in pista a battagliare, Félicien Du Bois - ex difensore con alle spalle oltre 800 partite in LNA, 6 Mondiali e un'Olimpiade -, sta già affrontando nuove sfide ed è proiettato al futuro. Ancora in fase di convalescenza dopo la frattura al polso che in marzo ha messo anticipatamente fine alla sua carriera, il 37enne è comunque impegnato su più fronti tra il suo incarico a Davos e un’esperienza da vivere come co-commentatore agli imminenti Mondiali.
«A Davos ricopro un ruolo un po’ “dietro le quinte”, con un progetto interessante legato al settore giovanile - interviene il neocastellano, che in LNA debuttò nel 2002 con la maglia dell’Ambrì - Si parla di una collaborazione con i vari club dei Grigioni. Poi, in settembre, riprenderò anche gli studi in Economia e Sport-Management».
Era arrivato il momento di ritirarsi?
«A livello di passione e di testa mi sarebbe piaciuto giocare ancora per qualche anno, ma il corpo mi ha detto di dire basta. Con alcuni infortuni mi ha dato segnali piuttosto chiari. Ora sto bene e sono tranquillo, poi magari, a settembre-ottobre quando il campionato ripartirà, sarà più dura. So che un contraccolpo ci sarà sicuramente, ma cercherò di gestirlo nel migliore dei modi».
Già volato in Lettonia, Du Bois si prepara a una full-immersion nella kermesse iridata, che torna dopo l’annullamento dello scorso anno.
«Con l’emergenza Covid sempre sullo sfondo resterà un Mondiale un po’ particolare, con protocolli e giocatori nella bolla, ma l’interesse è alto. Sono convinto che la Svizzera potrà fare un bel percorso».
Nella fase di avvicinamento la Svizzera ha vinto quattro partite su quattro. Dopodiché, al gruppo di Fischer, si sono aggiunti anche alcuni rinforzi da oltreoceano.
«La rosa è ottima e presenta un buon mix, c'è un po' di tutto. Se pensiamo che un difensore come Fora è stato tagliato, capiamo il livello del roster. Fischer e il suo staff hanno anche una certa esperienza. La base è consolidata e ogni anno riescono ad aggiungere qualche innesto interessante. È una squadra che sa giocare in maniera solida, ma che ha anche un po’ di magia davanti con giocatori di talento. I portieri poi sono ottimi».
Il primo obiettivo è quello di raggiungere i quarti. Poi si sa, nella fase ad eliminazione diretta è difficile fare grandi previsioni.
«È così. Ho l’impressione che la Svizzera possa ambire ad un buon piazzamento nel Gruppo A. Puntare a qualcosa in più del quarto posto, per evitare la migliore dell’altro girone. Certo poi magari arrivi secondo e, incrociando la terza, trovi gli USA o la Finlandia e in sostanza cambia poco. Sono tutte ottime squadre».
Nella Svizzera spicca la presenza di un veterano come Ambühl, al 16esimo Mondiale.
«La sua convocazione non mi sorprende, perché l’ho visto ogni giorno negli ultimi sette anni e so come lavora. L’energia che mette ogni giorno sul ghiaccio è impressionante. Col Davos ha fatto ancora un’ottima stagione ed è stato un trascinatore. Gli anni passano un po’ per tutti, ma lui resta sempre lo stesso. Saprà portare la sua calma ed esperienza in momenti importanti».
Da Hischier e Meier, giovani stelle in arrivo dalla NHL, ci si aspetta tanto. Sarà però importante non mettergli troppa pressione.
«Esatto. In carriera hanno già fatto grandi stagioni in NHL, ma in quella appena conclusa hanno avuto più difficoltà tra infortuni e quant’altro. Soprattutto Hischier è stato out a lungo. Sarebbe sbagliato aspettarsi tutto da loro. Insomma è lecito attendersi un buon contributo dagli NHLers, ma non pensiamo che gli altri siano lì per portare l’acqua. Non bisogna dimenticarsi ad esempio di una linea fatta in casa come quella “Hofmann-Corvi-Simion” che fin qui ha girato molto bene. Sono elementi che possono fare la differenza».
Tra i pali Fischer potrà scegliere tra Genoni - reduce dalla conquista del sesto titolo -, Berra e Nyffeler.
«Genoni è una garanzia assolta. Ha sempre dimostrato di avere qualcosa in più nelle partite che contano. Nel girone credo che ci sarà comunque spazio per una rotazione, poi il coach sceglierà chi sta meglio».
A questo punto non resta che attendere l’ingaggio d’inizio. Le prime risposte arriveranno sabato con la Cechia.
«In una partita non si può controllare "tutto", ma penso che la Svizzera fornirà una buona prestazione e potrà giocarsela tranquillamente. Ha le carte in regola per farlo. Non sono più i tempi in cui, contro squadre del genere, si pensava a non prenderne cinque. Restano clienti tostissimi, ma siamo cresciuti tanto e si può vincere».