Presentati oggi gli argomenti degli oppositori all'oggetto in votazione il prossimo 26 settembre
BERNA - La donazione di sperma tra coppie lesbiche, che verrebbe consentita nel matrimonio per tutti, avrebbe effetti negativi sui figli e creerebbe nuove diseguaglianze. Sono gli argomenti presentati oggi dagli oppositori alla modifica del Codice civile in votazione il prossimo 26 di settembre.
A parere del comitato contrario, nessuna modifica di legge potrà mai cambiare le differenze biologiche tra un uomo e una donna, la cui unione solamente può dare la vita. Due mamme non possono rimpiazzare un papà.
Non si tratta di un "privilegio", come sostenuto dai favorevoli, bensì di un dato di fatto naturale. Non vi è quindi alcuna discriminazione. Il matrimonio dovrebbe pertanto essere riservato alle coppie eterosessuali, mentre per le coppie omosessuali il partenariato registrato rappresenta un quadro più adatto.
Stando al comitato dei contrari, consentire la donazione di sperma alle coppie lesbiche è tra l'altro anticostituzionale. Attualmente, secondo gli avversari del progetto, la donazione di sperma è consentita solo alle coppie eterosessuali, in caso di infertilità o di rischio di trasmissione di una malattia grave.
Per Benjamin Roduit (Centro/VS), la vera posta in gioco della votazione è proprio la procreazione assistita. L'estensione di questa possibilità alle coppie lesbiche è in contrasto con la carta fondamentale, che prevede il ricorso allo sperma di un donatore solo per curare l'infertilità o evitare la trasmissione di una malattia grave (articolo 119, n.d.r). A tale riguardo, le lesbiche non possono essere considerate infertili.
Il progetto, a detta di Verena Herzog (UDC/TG), istituisce un diritto legale ad avere dei figli e dà un'immagine distorta del padre, considerato un mero fornitore di seme. La legge gli vieta addirittura qualsiasi ruolo nell'educazione del bimbo, ha spiegato la consigliera nazionale, secondo cui due donne non possono rimpiazzare un padre.
Privati della figura paterna fino ai 18 anni, i futuri bambini non potrebbero nemmeno essere sicuri di poter riannodare i contatti col padre biologico, ha messo in risalto Marc Jost, già ex consigliere nazionale del partito evangelico cresciuto in una famiglia arcobaleno. Il rischio di una crisi di identità per questi giovani, specie se il donatore di sperma non vuole avere contatti col figlio biologico, è reale.
A detta dell'ex deputato, la strumentalizzazione dei bambini per il benessere dei genitori rappresenta un limite etico che non andrebbe superato. «Nessuno ha il diritto ad avere un bambino, ma i bambini hanno il diritto ad avere un padre e una madre», ha chiosato Verena Herzog.
Per Roduit, il progetto se accolto alle urne, potrebbe spingere altre categorie di persone, come i single o le coppie gay, a chiedere l'accesso alla medicina riproduttiva col pericolo che anche in Svizzera si apra all'utero in affitto.
Nel dicembre scorso, il parlamento ha approvato gli emendamenti al Codice civile, frutto di un'iniziativa parlamentare dei verdi liberali, che aprono il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Dal 2007, le coppie omosessuali possono registrare la loro unione, ma non possono sposarsi, a differenza di quanto avviene in sedici paesi europei. Un comitato di rappresentanti dell'Unione Democratica Federale e dell'UDC ha lanciato un referendum contro questa modifica di legge che, secondo i primi sondaggi, ha i favori della maggioranza dell'elettorato.