Sconcerto tra gli organizzatori dei tornei: "Tre anni di sforzi andati in fumo"
GORDOLA - Via il poker dalle sale private, si giocherà a Texas Hold'em solo nei casinò. La decisione del Tribunale federale è una vera e propria doccia fredda che colpisce i locali e le associazioni che organizzano, in tutto il Ticino, incontri e tornei sul poker sportivo.
C'è grande amarezza tra i responsabili di Poker Ticino, l'associazione che da tre anni organizza eventi in tutto il Cantone. "L'amarezza più grande è veder vanificare tre anni di crescita costante del poker sportivo, in Ticino e in Svizzera. I circoli ormai sono tantissimi in tutto il Paese".
Una decisione inaspettata, quella del Tribunale federale?
"Assolutamente sì. Le precedenti istanze, negli scorsi mesi, avevano avuto esito positivo, e non assimilavano il Texas Hold'em al gioco d'azzardo. Non capiamo perchè questa decisione arrivi ora, dopo che questo gioco ha assunto dimensioni gigantesche. Inoltre noi, per organizzare i tornei, abbiamo pagato un permesso federale, che da oggi diventa carta straccia".
Quindi i circoli saranno costretti a chiudere.
"La notizia è ancora fresca, ma stando a quanto è trapelato sulla stampa, non sembra ci sia altra alternativa. Nelle prossime ore sentiremo gli altri circoli, e vedremo se farci sentire a Berna. Tra l'altro abbiamo appena preparato un portale nuovissimo, con statistiche automatizzate, che lunedì avremmo lanciato. Si rivela uno sforzo (anche economico, oltre che di passione), inutile. Fortunatamente il campionato ticinese è finito: se avessimo avuto tornei in corso proprio in questi giorni, ci saremmo trovati in grave imbarazzo".
Quali scenari si prospettano ora ai giocatori di poker ticinesi?
"Chi solitamente viene ai nostri tornei, non puo' andare al casino'. Le case da gioco non hanno alcun interesse a organizzare tornei dopo si spendono 60 franchi per giocare a Texas Hold'em. Nei Casinò si gioca “cash game”, mettendoci i propri soldi, senza nessun limite. Ad ogni modo, non ci vuole tanta fantasia per capire cosa succederà".
Il Tribunale federale non vieta le "partite in famiglia non aperte al pubblico". Ti riferisci a questo?
"Esattamente. Probabilmente nasceranno "club privati" dove si continuerà a giocare a poker, pagando quote d'ingresso e con tesseramento, ma senza una chiara regolamentazione alla quale erano sottoposti i circoli. Regolamenti che venivano incontro ai giocatori, e diminuivano i rischi di perdere grosse somme di denaro, dato che si pagava una quota d'ingresso (buy-in)".
Nasceranno delle sorte di bische, in sostanza.
"C'è questo rischio, senz'altro. Chi non andrà al Casinò, o giocherà online, potrebbe scegliere questa via, nonostante sia la più pericolosa".
Qualcuno andrà a giocare in Italia?
"No, visto che la situazione in Italia è simile a quella che si profila, da oggi, anche in Svizzera. Si gioca tramite monopolio statale. Addirittura un grossissimo club della provincia di Milano sarebbe dovuto venire in Ticino, dove la situazione era migliore".
Fabio Caironi
Foto Keystone Steffen Schmidt