La comica siciliana ha portato al Lac "Il giaguaro mi guarda storto". Un'ora e mezza di monologhi e risate.
È un’attenta osservatrice della realtà che ci sta attorno. È frizzante. Graffiante. Ironica. Dalla vis comica irresistibile. Conosce perfettamente i tempi attoriali. Ieri sera Teresa Mannino non si è smentita al Lac dove ha portato in scena la sua nuova fatica teatrale “Il giaguaro mi guarda storto”. Spettacolo non all’altezza dei precedenti capolavori come “Terrybilmente divagante” o “Sono nata il ventitrè”, ma che ha tenuto banco per oltre un’ora e mezza divertendo il pubblico che le ha riservato sul finale una standing ovation.
Teresa Mannino è tornata a teatro dopo tre anni di assenza dalle scene. A Milano tutte le date degli scorsi giorni erano sold out e anche ieri sera a Lugano c’è stato il tutto esaurito. L’obiettivo di far riflettere sulla vita attraverso la luce del sorriso è stato centrato. La comica palermitana ci è riuscita conquistando con le sue battute in siciliano, con momenti di convinta comicità quando alterna ricordi del passato e momenti di vita quotidiana reale. Le gite scolastiche passate a vomitare, il primo bacio, il primo viaggio a Milano dove arriva a incontrare Ridge di Beautiful, le formiche tagliafoglie, e più in generale i parallelismi tra l’entrata nell’adolescenza e l’entrata in menopausa. C'è perfino il divertentissimo modo di salutarsi dei babbuini. È un mondo folle ma divertente quello di Teresa Mannino, e le si perdona tutto: anche qualche luogo comune sulla Svizzera (“ma come fate a vivere qui, fa troppo freddo”) e qualche caduta nella banalità della dicotomia tra uomini e donne. Le si perdona tutto perché resta la sincerità di un pensiero onesto: quello di tornare a desiderare dopo due anni di pandemia (“il desiderio è stato ucciso dalla paura”), che il terrore fa perdere la ragione, che l’attesa è bellissima e che dobbiamo tornare a guardare il mondo. Il senso della vita raccontato con una risata.
Si replica stasera al Lac alle 18.00