Cerca e trova immobili

CANTONELa peste suina africana alle nostre porte: «È irrefrenabile»

23.01.24 - 06:30
Colpisce i cinghiali selvatici, è quasi sempre letale e può infettare anche i maiali da allevamento. Ne abbiamo parlato con degli esperti.
Ti-Press
La peste suina africana alle nostre porte: «È irrefrenabile»
Colpisce i cinghiali selvatici, è quasi sempre letale e può infettare anche i maiali da allevamento. Ne abbiamo parlato con degli esperti.

BELLINZONA - La peste suina africana (PSA) è ormai giunta alle porte del nostro Cantone. E la situazione (complicata) nella vicina Italia unito al fatto che il virus si sta diffondendo sempre di più in tutta Europa non lasciano presagire nulla di buono all'orizzonte. Insomma non è più questione di "se" la malattia farà capolino sul nostro territorio, ma di "quando" lo farà. E quel giorno sarà meglio farsi trovare preparati.

Quasi sempre letale - Sì perché la PSA - se n'è parlato anche ieri sera in un evento organizzato dal DSS a Bellinzona - può vantare (quasi) un 100% di letalità trai i cinghiali (selvatici) e i maiali (d'allevamento) infettati, con gli animali che muoiono solitamente tra i tre i dieci giorni dopo la comparsa dei sintomi. Insomma non proprio un bel cliente per cinghiali e maiali "nostrani". Ma nemmeno per chi con questi animali (per un motivo o per l'altro) ci ha a che fare. Veterinari, allevatori, cacciatori e forestali - benché la malattia non sia pericolosa per gli esseri umani e per altre specie animali - sono infatti tutti sul chi vive. Ma come reagire a un virus che molti definiscono «inarrestabile»? Ne abbiamo parlato con Vittorio Guberti, veterinario epidemiologo che da anni ne affronta la diffusione e con il veterinario cantonale Luca Bacciarini.

Una sentenza - «La malattia - esordisce Guberti - non è curabile. Non esiste un vaccino. E non riusciamo a fermarla, questo è il problema». Un problema soprattutto per maiali e cinghiali visto che per loro la peste suina africana rappresenta una sentenza. «Il virus - precisa Guberti - uccide il 90% / 95% degli animali infetti. Li uccide tutti in un periodo che va dai tre ai dieci giorni. Quando arriva in un allevamento, questo non è salvabile. E se pensiamo ai grossi allevamenti si può ben capire la misura del disastro. Un maiale infetto qui in Europa non lo mangia nessuno».

Nessun pericolo per l'uomo - Ci sono virus che benché siano tipici del mondo animale possono "migrare" anche nell'umano. Un esempio è quello dell'influenza aviaria. Ma con la PSA questa possibilità non esiste. «Per essere espliciti - rassicura Guberti - il virus non è in grado di entrare nelle cellule dell'uomo. Non ha proprio le chiavi per farlo».

Malattia centenaria - Nomen Omen, la PSA è stata scoperta per la prima volta in Africa dove vive nei suini selvatici senza dare nessun problema. «Quando però i coloni europei hanno portato i maiali in questo Continente hanno scoperto il virus, perché i loro animali morivano. La malattia è stata ben segregata per anni, a parte qualche episodio registrato nella Penisola iberica e in Sardegna».

Dalla Georgia a tutta l'Europa - Poi, però, la malattia è arrivata con le navi nel Caucaso, in Georgia. E da lì si è propagata in tutto il Vecchio Continente. Italia compresa. Nella vicina Penisola ci sono infatti attualmente tre grossi focolai due a Sud (uno a Reggio Calabria, l'altro in provincia di Salerno) e il terzo che è nato tra le montagne della Liguria e del Piemonte e che è poi si è espanso anche in Emilia Romagna e Lombardia. Nel parco regionale del Ticino. «Ci sta dando tantissimi problemi», ammette l'esperto. «È una malattia che crea una moltitudine di problemi ed è molto impegnativa, tanto che non riusciamo a eradicarla».

«Inarrestabile» - Visto l"'accerchiamento" della Peste suina africana, la sua vicinanza e le difficoltà a fermarne la diffusione, il Ticino (così come la Svizzera) è chiamato a premunirsi. «I cinghiali - ci spiega il veterinario cantonale - possono spostarsi fino a cinque chilometri al mese. E visto che gli animali infetti si trovano ora a più o meno 65 km dal confine ticinese, nella peggiore delle ipotesi la malattia potrebbe essere qui tra tredici mesi. Sempre che non si riesca a fermarla o rallentarla».

Misure di contenimento - A ogni modo l'esodo dei cinghiali non è l'unico modo con cui il virus si propaga. «Abbiamo una malattia - sottolinea Bacciarini - che "fa i salti" ed è molto resistente. Quindi lo possiamo portare dietro da un viaggio all'estero ad esempio sui vestiti, sulle scarpe e pure nei prodotti che provengono da animali infetti. Per questo è sempre consigliabile pulire tutto appena rientrati. Per gli abiti basta un lavaggio a sessanta gradi, mentre le calzature e altri oggetti vanno puliti e poi disinfettati».

Boschi off-limits - La prevenzione è quindi un punto fondamentale. Anche perché quando la malattia arriverà in Ticino provocherà tutta una serie di effetti collaterali molto sgraditi. E che andranno a intaccare la vita di tutta la popolazione. «Nelle regioni colpite ci sarà l'immediato stop alla caccia e il divieto di entrata nei boschi sia per una passeggiata sia ad esempio per cercare funghi. L'arrivo della malattia - conclude il veterinario cantonale - potrebbe quindi impattare molto anche sulle nostre abitudini».

Obbligo di notifica - L'Ufficio del veterinario cantonale (UVC) ricorda che sussiste l'obbligo di segnalare il rinvenimento di carcasse di cinghiali, i cinghiali "incidentati" o quelli che tengono un comportamento sospetto. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina relativa alla peste suina africana sul sito dell'UVC.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

H2OH2O 11 mesi fa su tio
Il problema non è la riduzione dei cinghiali sul territorio, che può essere anche vantaggioso per rapporto ai danni che fanno. Il problema riguarda gli allevatori, dal momento che viene registrato il primo caso in Svizzera restiamo penalizzati con l'esportazione. Se in Ticino vengono allevati pochi suini, a livello Svizzero sono 2,5Mio di capi. Danno economico molto rilevante (indennizzo allevatori, costi di abbattimento e smaltimento, ....)

Paolin’ 11 mesi fa su tio
Tutti a parlare di “terrorismo mediatico”, ma pochi ad avere capito per davvero il contenuto dell’articolo. Quando questo virus arriverà, sarà un disastro per i nostri allevatori (e per quelli oltralpe, perché prima o poi, il virus si sposterà). Perché non si tratta di un virus che “regola” le popolazioni di porcelli, ma che le stermina. Ora, mi pare di capire che chi dice “voglio poi vederli a impedirmi di andare nei boschi”, lo fa con puro atteggiamento anti istituzionale, ma senza una vera rivendicazione. La domanda da porcisi è: siamo d’accordo che gli allevatori di porcelli infetti ricevano sussidi esorbitanti per anni, lamentandosi a di non averne mai abbastanza? Personalmente me ne sbatto le ciliegine. Solo che non vorrei poi che tra un anno siano qua tutti a scrivere che la colpa è dei governi! Per quanto riguarda i cinghiali: beh… esiste qualcosa di buono che un cinghiale fa per l’ecosistema? A parte i salametti…

Bad 11 mesi fa su tio
Risposta a Paolin’
Il cinghiale é una "specie chiave" (a differenza dei maiali allevati) per l'ecosistema bosco, un ecosistema in pessime condizioni in Svizzera, tra le cui cause ci possiamo anche mettere l'allevamento...però l'unico problema che conta é quello economico

Tao2023 11 mesi fa su tio
Quanto terrorismo mediatico che si potrebbe evitare senza usare titoloni. Nel maggio1998 si è verificata le stessa cosa e molto probabile molto piu' grave di adesso, la zona maggiormente colpita era il Malcantone in seguito si è diffusa nella valle del Vedeggio e nel Gambarogno.

Paolin’ 11 mesi fa su tio
Risposta a Tao2023
È una falsa verità: non si trattava di peste suina africana, bensì di peste suina classica (PSC). Se vuoi più informazioni, cerca su google “peste suina classica” + “Ticino”. Troverai tante cose sul sito della repubblica e cantone Ticino.

Gimmi 11 mesi fa su tio
Sperando che questi animali,non finiscono in qualche modo,nei supermercati....!!!

Mabilo 11 mesi fa su tio
Ricominciano con un'altro terrorismo mediatico a cui le autorità seguiranno a ruota...! Vivo vicino ad un bosco e nessuno mi potrà impedire di passeggiarvi!!

Nola 11 mesi fa su tio
I cinghiali ticinesi sono molto preoccupati, stanno pensando ad aumentare i controlli alla frontiera con l'Italia. Non sara' facile perche' tra i boschi le entrate clandestine sono numerosissime. Certo, si pensa anche ad una collaborazione transfrontaliera di prevenzione e controlli medici cosi' che i cinghiali che desiderano pascolare nei boschi ticinesi (soprattutto di notte) lo potranno fare esibendo una tesserina certificata dal comitato "Opportunita' per tutti". Non si sa ancora come implementare l'idea, i costi sono elevatissimi, ma alla supsi ci stanno lavorando.

Gufo1 11 mesi fa su tio
Allora è confermato che natura il multi*culti non porta bene.

Paolin’ 11 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
Eccola! L’uscita razzista per arricchire il livello culturale di tio. Grazie di esistere!

Gufo1 11 mesi fa su tio
Risposta a Paolin’
La vedi tu l'uscita intollerante. A me consta che grazie alla libera circolazione della circolazione stiamo importando sempre più grane. L'allevatore che vorrà fare il furbo non annucerà il caso alle autorità veterinarie impestando i cinghiali.i quali non hanno frontiere (in tutto questo discorso sono gli unici ad avere diritto a non sottostare a controlli sistematici).

gufo 11 mesi fa su tio
beh cosa si può aspettare dalle notizie di TIO??? certo che come dicono Codu e Mar si dovrebbe sapere anche se possono essere infettati anche gli animali domestici ma visto i giornalisti che scrivono su TIO...

Mariuccia 11 mesi fa su tio
cosi la finiamo con gli allevamenti intensivi di maiali

Codu 11 mesi fa su tio
Ma scrivere se "attacca" pure altri animali noo? cani,gatti,volpi,cavalli...

Mar 11 mesi fa su tio
Risposta a Codu
Si essuno ne parla , e per cani o altri animali ? Certo che a livello d informazione é molto carente e incompleto come sempre , poi voglio proprio vedere come faranno a proibirmi di andare per boschi.

Romano 11 mesi fa su tio
Risposta a Codu
l'avrebbero chiamata peste suina se era trasmissibile su tutti gli animali? Ragazzi, le basi.....

marcoro 11 mesi fa su tio
Risposta a Codu
Nell’articolo c’è scritto che è innocua per tutti gli altri animali…( - benché la malattia non sia pericolosa per gli esseri umani e per altre specie animali -)….

Frankeat 11 mesi fa su tio
Risposta a Codu
Codu, ma lo sai che oltre al titolo c'è anche un articolo da leggere prima di commentare?

Codu 11 mesi fa su tio
Risposta a Frankeat
-benché la malattia non sia pericolosa per gli esseri umani e per altre specie animali- non vuol dire che non possano prenderla e avere degli effetti

Codu 11 mesi fa su tio
Risposta a marcoro
non sia pericolosa non vuol dire che non posso creare problemi

Codu 11 mesi fa su tio
Risposta a Romano
Romano perché pensi che non esistano malattie che attaccano determinati animali ma che possano infettare anche altre specie?! la rabbia delle volpi,si chiama così ma la può prendere anche un cane. Le basi...🤦🤦🤦

Mariuccia 11 mesi fa su tio
Risposta a Mar
come sempre.....

Frankeat 11 mesi fa su tio
Risposta a Mar
Mar, anche tu, leggi l'articolo e non solo il titolo prima di scrivere accuse.

Blobloblo 11 mesi fa su tio
Nessun pericolo per l’uomo!!! Era da mettere nel titolo, avete rotto!!

Bad 11 mesi fa su tio
Risposta a Blobloblo
Cavoli, ti hanno forzato a leggere l'articolo...

CJ 11 mesi fa su tio
uno la malattia arriva gli animali si spostano .... due basta allarmismi e prepariamoci al massimo.... , tipo proteggendo gli allevamenti di maiali . terzo vorrò proprio vedere come si riuscirà a vietare di andare nel bosco ... in Ticino almeno 80% del territorio è bosco ....

Golf67 11 mesi fa su tio
Catastrofale..spero solo che questi scenari siano reali (e non enfatizzati), ma che non si realizzino.
NOTIZIE PIÙ LETTE