La testimonianza di una ticinese sulla Costa Deliziosa: «Spero di tornare in Ticino il più tardi possibile»
Da gennaio si trova in viaggio attorno al mondo. Anche se molte tappe sono state cancellate a causa della pandemia
LUGANO - «Lo avevamo programmato da anni, era il viaggio della vita. Ma non si può nulla contro queste tragedie». A bordo della Costa Deliziosa, sulla quale risultano essere "bloccati" 259 svizzeri, c'è anche K.P., di Bissone. Per lei, come per tutti gli altri passeggeri, il viaggio da sogno attorno al mondo, della durata di 4 mesi, è stato in parte rovinato dall'emergenza Covid-19. La pandemia ha impedito alla crociera di ultimare le tappe preventivate e, in questo momento, tiene confinati a bordo buona parte dei passeggeri imbarcatisi il 5 di gennaio.
«Mi sento più sicura» - A differenza di altri, che si stanno lamentando dell'impossibilità di tornare a casa, K. si dice non solo serena, ma quasi rassicurata da questa condizione: «A bordo non ci manca nulla. Abbiamo cibo, spettacoli teatrali, cinema all'aperto... Più che in pericolo ci sentiamo in una bolla», assicura la viaggiatrice.
«In Ticino? Il più tardi possibile» - K., insomma, non ha tutta questa premura di tornare a casa: «Ho sentito il mio medico. Mi ha detto quanto è grave la situazione e mi ha suggerito di restare il più lontana possibile da questo incubo. Qui a bordo, deve sapere, ci sono perlopiù persone sulla 70ina. Ormai sono oltre 14 giorni che siamo in isolamento. Avesse dovuto esserci qualche contagiato sarebbe stata un'ecatombe. Invece stiamo tutti bene su questa che ormai ci appare come un'arca di Noè».
In qualche modo, la viaggiatrice si sente protetta, al punto da ritenere eccessivamente stringenti le disposizioni che prevedono il mantenimento delle distanze di sicurezza: «Noi siamo tranquilli. La gente passeggia sul pontile e la nave è sanificata di continuo. Non ho visto scene isteriche o grandi allarmismi. Chi vuole danzare o fare ginnastica fa bene a farlo».
«Chi voleva poteva scendere» - K. smentisce pure chi afferma di non aver avuto la possibilità di abbandonare la nave: «È stata data l'ultima possibilità di scendere a Perth, in Australia. Molti spagnoli sono rimpatriati in aereo. Il 16 marzo, a pandemia già dichiarata, hanno ritenuto opportuno blindarci a bordo. Hanno solo permesso di far salire passeggeri che avevano effettuato un overland di 10 giorni in Australia. Questi signori sono stati messi in quarantena preventiva terminata oggi, 30 marzo. Stanno bene».
Insomma, da una parte c'è chi si lamenta e pensa già ai rimborsi, dall'altra che chi come K. mantiene un atteggiamento più zen: «Nuova Guinea, Giappone, Hong Kong, Singapore, Vietnam, Korea del sud, Taiwan, Sri Lanka e Malaysia. Sono le località che avremmo dovuto visitare e che invece sono saltate. Rimborso? A questi dettagli penserò, se lo farò, poi. Adesso penso solo a restare qui. Il più a lungo possibile».