I reati violenti sono calati in Ticino con la pandemia. Ma non sono mancati episodi particolarmente gravi
BELLINZONA - Lo stress da pandemia, la coabitazione forzata, il nervosismo diffuso non hanno portato - per fortuna - a un'esplosione di violenza nell'ultimo anno in Ticino. Ma tra le mura domestiche non sono mancate le tensioni, e in un paio di occasioni si è sfiorato persino l'omicidio: in un caso, una lite in famiglia è degenerata in un'aggressione con un martello. In un altro, l'aggressore ha colpito la vittima con un bastone. Lo rende noto la Polizia cantonale nel suo rapporto annuale. In entrambi i casi, è stato aperto un procedimento con l'accusa di tentato omicidio.
Nel complesso, si legge, il 2020 è stato un anno tranquillo per i Commissariati. I reati violenti gravi sono calati da 77 a 48 in un anno, e si è registrato un solo omicidio (plurimo) a maggio a Giubiasco. La Polizia cantonale ha conteggiato in tutto sei tentati omicidi, 33 lesioni personali gravi e 8 episodi di violenza carnale.
Nel corso del mese di ottobre a Gentilino vi è stato un tentato omicidio intenzionale a danno di un giovane confederato a seguito di un’aggressione da parte di due minorenni, che lo hanno colpito con un’arma da taglio ferendolo alla nuca. In novembre infine è stato garantito il necessario supporto al Ministero pubblico della Confederazione e a fedpol nell’ambito dell’inchiesta relativa all’attacco all’arma bianca avvenuto presso un grande magazzino di Lugano.
Fra gli atti di violenza di poca entità figurano invece, in ordine di frequenza, le lesioni semplici (466), le vie di fatto (132), la coazione (130), l’aggressione (63 infrazioni in 22 casi), la violenza/minaccia contro l’autorità (35) e la rapina (23). Il numero di minacce di violenza, rappresentato dai reati di minaccia ed estorsione, è sceso a 463 (-13%).
Buone notizie anche per quanto riguarda le rapine: l’andamento positivo - scrive la Polizia - è verosimilmente legato alle limitazioni di movimento delle persone dovute all’emergenza sanitaria. Nel corso dell’anno le rapine sono state 23 (34 nel 2019), occorse prevalentemente sulla pubblica via. Nessun episodio ha coinvolto banche o uffici postali mentre i distributori rapinati sono stati 3 (6 l'anno precedente). Un calo complessivo del 32 per cento, con il Luganese in cima alla classifica delle aree più colpite. Il Mendrisiotto invece è stato quasi del tutto risparmiato (un solo caso). In quattro casi su 5 è stato possibile identificare gli autori, procedendo all’arresto o all’emissione di mandati di arresto internazionali.
Le indagini su eventi degli anni scorsi hanno avuto importanti risvolti e le collaborazioni internazionali, in gran parte con l’Italia, hanno permesso di risolvere e identificare autori fino ad oggi sconosciuti. Il risultato più importante è legato alla risoluzione della rapina ad un furgone portavalori, con presa d’ostaggio del conducente, avvenuta a Molinazzo di Monteggio nell’estate 2019.
Novità anche nel mondo della prostituzione, con l'entrata in vigore della nuova legge cantonale (LProst). Durante l’anno sono stati autorizzati 11 locali erotici e sono stati notificati 21 appartamenti all’interno dei quali è consentito l’esercizio della prostituzione. Le nuove persone annunciate sono state 238 (-21 rispetto al 2019). Le nazionalità più rappresentate si confermano quella romena (63%), italiana (26%) e spagnola (5%).
La presenza di prostitute è calata, fino a raggiungere un minimo di 74 unità a dicembre. Non sono comunque mancate le denunce per esercizio illecito della prostituzione: dai controlli sono emerse irregolarità e 66 persone sono state denunciate. Per 13 di queste sono emerse anche violazioni delle disposizioni della Legge federale sugli stranieri. Un cittadino spagnolo residente in Ticino è finito sotto inchiesta per aver messo a disposizione di prostitute numerosi appartamenti con affitti molto superiori al valore di mercato. Una coppia di cittadini rumeni residente nel Bellinzonese è invece stata denunciata per aver gestito un giro di prostituzione illegale in diverse località del Ticino, collocando in appartamenti donne che gli dovevano corrispondere buona parte dei loro guadagni.
Nessuna irregolarità invece nei cantieri. E anche il traffico di migranti ha registrato una battuta d'arresto. Le restrizioni alla mobilità imposte dai paesi confinanti, scrive la Polizia, hanno «limitato notevolmente le possibilità di movimento delle persone». I flussi migratori verso il Nord Europa hanno negli ultimi mesi prediletto piuttosto a la via dei Balcani. Sono stati comunque "pizzicati" una ventina di passatori al confine con l'Italia, per 16 dei quali è scattato l'arresto provvisorio. Nella maggioranza dei casi la destinazione dei migranti concerneva nazioni differenti dalla Svizzera e pertanto il nostro Paese fungeva esclusivamente da transito.