Il PS è fermamente deciso a sostenere l'introduzione del salario minimo sociale. Gli emendamenti proposti dalla destra? «Vogliono salvarsi la faccia di fronte al proprio elettorato»
BELLINZONA - Alla vigilia del voto in Parlamento sul salario minimo, il Partito socialista ribadisce la ferma volontà di introdurre un salario minimo sociale capace di rispondere al voto popolare
che ha accolto l’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino!” quasi cinque anni fa. Per questo, il PS contesta le proposte formulate nelle scorse settimane dalla destra, che per i socialisti sembrano avere come obiettivo principale quello di impedire o ritardare l’introduzione di un salario minimo sociale nel nostro Cantone.
In una nota stampa, il PS ricorda che i Cantoni possono legiferare solo per quanto riguarda i minimi salariali sociali, corrispondente alle soglie applicate nell’ambito del riconoscimento
delle prestazioni sociali. Non è per contro possibile intaccare il principio costituzionale della libertà economica, contravvenendo così al diritto federale. Tradotto in denaro, in Ticino il salario minimo sociale si colloca tra 19.98 franchi – senza il riconoscimento delle spese necessarie al conseguimento del reddito – e 20.78 franchi all’ora se si calcolano queste spese.
Il compromesso di maggioranza sottoscritto in Commissione della gestione da parte del PS e dei Verdi, con Lega e PPD, in cui viene fissato l’obiettivo di un salario minimo sociale compreso tra i 19.75 franchi e i 20.25 franchi all’ora, risponde quindi «in modo coerente» ai margini di manovra concessi dalla sentenza del Tribunale federale, si legge sul comunicato stampa. Un salario minimo che a regime si situerà tra i 3’550 e i 3’650 franchi al mese per dodici mensilità e che fin dal primo anno è comunque superiore rispetto alla proposta formulata dal Consiglio di Stato come massimo salariale previsto nel suo Messaggio.
«Certo, è davvero il minimo che si poteva sperare, ma è contemporaneamente anche abbastanza vicino al massimo che si poteva proporre all’interno di un quadro giuridico molto limitato e a un contesto politico nel quale trovare una maggioranza a sostegno del salario minimo sociale è stato difficile», concludono i socialisti, non senza lanciare una frecciata verso destra, i cui emendamenti proposti «sono stati presentati quasi esclusivamente per salvarsi la faccia di fronte al proprio elettorato, proponendo in realtà misure che, di fatto, impediscono o rallentano fortemente l’introduzione di un salario minimo sociale in Ticino».