È partito il progetto dell'hotspot fuori dai confini italiani.
SHENGJMN - La nave Libra della Marina Militare italiana, con a bordo 10 migrati bengalesi e sei egiziani, è approdata mercoledì mattina al porto di Shengjmn, in Albania.
A poche decine di metri dal molo si trova l'hotspot allestito dall'Italia, dove i migranti saranno sottoposti a uno screening sanitario e alle procedure di identificazione per essere poi trasferiti - in giornata - al campo di accoglienza di Gjader, a poche decine di chilometri dal porto.
Come riferisce l'Ansa, nel frattempo un giudice a Roma dovrà convalidare il trattenimento nella struttura disposto dalla questura della Capitale in base al decreto Cutro. Negli ultimi mesi sono state però frequenti le mancate convalide. In questo caso i migranti dovranno essere portati in Italia. Altro punto che potrebbe bloccare i rimpatri è la recente sentenza della Corte che fissa più stringenti parametri in base ai quali un Paese può essere definito sicuro. Ciò spiega anche il numero esiguo con cui è partito l'esperimento Albania.
Va prima verificato che le decisioni dei giudici non trasformino i trasferimenti in viaggi di andata e ritorno per gli stranieri selezionati. Con conseguente spreco di risorse. È sempre la nave Libra a fungere da hub unico per la tratta di poco più di mille km, tra il Mediterraneo centrale e l'Albania. Possono essere trasportati soltanto i migranti intercettati in acque internazionali da motovedette delle autorità italiane.
Gli eventuali rimpatri avverranno poi direttamente dal Paese del presidente Edi Rama, che oggi ha fatto sapere di aver declinato richieste da altri Stati per raggiungere un'intesa simile a quella con l'Italia. Il governo di Giorgia Meloni confida nell'effetto deterrenza dell'iniziativa.