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Senza la misura, il prezzo nella Penisola avrebbe già superato il record storico del 1976, equivalente a 2,31 euro
ROMA - Il prezzo della benzina torna a salire anche in Italia, cristallizzandosi ben sopra alla soglia dei 2 euro. E questo nonostante sia tuttora in vigore il taglio delle accise, che il governo della vicina Penisola aveva deciso lo scorso 22 marzo. E che potrebbe ora prorogare la misura fino alla fine del mese di luglio.
La scadenza attuale è fissata all'8 di luglio. E la questione influenza, inevitabilmente, anche il nostro Cantone. Numerosi sono infatti i ticinesi che, in questi mesi, hanno approfittato di questo margine di risparmio, andando a fare il pieno oltre confine. Il punto ora è però un altro: se non fosse per lo sconto fiscale, come scrive oggi il Sole 24 Ore, il costo della benzina in Italia avrebbe già oltrepassato il suo record storico di 2,31 euro (a valori correnti nel 1976) registrato 46 anni fa.
L'orientamento dell'esecutivo italiano sarebbe quello di procedere un passo alla volta, quindi di mese in mese, date quelle che sono le risorse a disposizione. Ma il caro carburanti è un tema che colpisce le tasche e, di riflesso, anche la pancia dei cittadini. E la politica, ben consapevole, si sta impegnando per fare propria questa battaglia. Tanto a destra quanto a sinistra. Un asfissiante «pressing bipartisan» su Palazzo Chigi, prosegue il quotidiano italiano.
Il pressing bipartisan della politica
Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede «di rinnovare lo sconto benzina almeno per tutta l'estate. Perché se questa sciagurata guerra va avanti per mesi, la benzina rischia di arrivare a 3 euro al litro». Il Partito democratico invece vorrebbe un tetto del prezzo di vendita per due mesi. Una proposta di fondo che, chiaramente, piace ai consumatori, che anzi la vorrebbero estesa oltre l'estate, fino alla fine dell'anno.
