La Confederazione ha speso decisamente troppo, secondo l'esperto Jürg Rohrer
ZURIGO - La riserva invernale di energia idroelettrica è costata uno sproposito: ne è convinto Jürg Rohrer, professore di energie rinnovabili presso la scuola universitaria professionale zurighese di Wädenswil (ZHAW), secondo cui l'onere di una scorta di tal tipo potrebbe essere assai più basso, tanto più che le dighe e i bacini potrebbero servire a garantire l'approvvigionamento, più che i profitti.
«La Confederazione ha pagato un prezzo esorbitante», afferma l'esperto in un'intervista pubblicata oggi da K-Tipp, che al tema dedica un ampio articolo. «Si è trattato di un ottimo affare per le aziende elettriche. L'indennizzo serviva solo a far sì che le imprese trattenessero l'acqua: in primavera avrebbero poi potuto vendere la riserva».
«I fornitori di energia elettrica sono stati incaricati dai loro proprietari - la maggior parte dei quali sono cantoni - di ottenere il massimo profitto possibile: a farne le spese sono i consumatori», prosegue lo specialista.
Non per forza però le cose dovrebbero andare così. «Berna potrebbe obbligare le aziende a detenere una riserva obbligatoria di elettricità», osserva Rohrer. «In fondo, la Svizzera ha già scorte obbligatorie per la benzina, gasolio e l'olio da riscaldamento. Vengono rimborsati solo i costi di stoccaggio. Questa soluzione potrebbe essere introdotta anche per l'energia idroelettrica ed eviterebbe gli eccessi di prezzo.
«Bisognerebbe inoltre discutere quale scopo dovrebbero avere i bacini idroelettrici», prosegue l'intervistato. «Ci si deve chiedere se servono per massimizzare i profitti nel commercio internazionale di energia elettrica o per migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento in Svizzera».