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Guardare dalla riva il "Naufragio" nel mare della vita

Il singolo segna il ritorno sulla scena musicale dei Bumblebees, due anni e mezzo dopo "Paper Boat"
Guardare dalla riva il "Naufragio" nel mare della vita
BUMBLEBEES
La copertina di "Naufragio".
Guardare dalla riva il "Naufragio" nel mare della vita
Il singolo segna il ritorno sulla scena musicale dei Bumblebees, due anni e mezzo dopo "Paper Boat"

SAVOSA - Riecco i Bumblebees. La band, tra le più interessanti emerse negli ultimi anni nella scena musicale ticinese, torna a far parlare di sé (e a farci sentire nuova musica) con "Naufragio", il nuovo singolo pubblicato lo scorso 21 febbraio. Se n'è parlato con Andrea Piffaretti, che condivide da anni questa esperienza con Francesco Fabris, Nicolò Tamà e i fratelli Emanuel e Valentin Kopp.

Sono passati quasi due anni e mezzo dalla vostra precedente pubblicazione, l'album "Paper Boat". Cosa è successo in questo lasso di tempo?
«È passata parecchia acqua sotto i ponti. Prima abbiamo trasposto "Paper Boat" in una versione live da proporre ai concerti. Ne abbiamo fatti diversi, compreso un piccolo tour in Germania. Poi abbiamo proseguito nella produzione e sviluppo di nuovi brani, compreso "Naufragio". Adesso siamo molto felici di poterlo presentare al mondo».

È la vostra prima canzone in italiano.
«È decisamente una novità, per noi che abbiamo sempre scelto di esprimere la nostra arte con l'inglese. Devo dire che ci è venuto abbastanza spontaneo: siamo tutti e cinque originari del Canton Ticino e quindi, se pensiamo o cerchiamo d'esprimere in parole qualche emozione o concetto, lo facciamo in italiano. Il testo di "Naufragio" ci è sembrato subito azzeccato, esprimeva così bene il concetto che ci eravamo prefissati che abbiamo deciso di lasciare l'italiano».

Una vostra caratteristica, come gruppo, è quella di toccare temi profondi con sonorità gioiose e giocose - quelle caratteristiche del dream pop. Questo brano non fa eccezione.
«Il testo può essere letto in un'ottica più meditativa, introspettiva, mentre le sonorità sono decisamente frizzanti, leggere, scorrevoli. Quello del dream pop è un filone al quale siamo estremamente legati».

"Naufragio" parla, tra le varie cose, di quel senso di disagio e solitudine che si possono percepire anche se si è in mezzo a tante persone. Qualcosa che, prima o poi nella vita, è capitato a tutti.
«Certo, così come dell'essere soli e sentire l'esigenza di voler fare qualcosa, ma senza riuscire a prendere l'iniziativa. Il restare bloccati a casa non significa però condannare il proprio tempo a contemplare la vita degli altri sui social network: basta assecondare la propria immaginazione».

Torna, dopo la barchetta di "Paper Boat", la simbologia marina. La copertina, in questo senso, è chiarissima.
«Il mare rappresenta l'insieme di eventi che ci circonda. Può essere tranquillo oppure in tempesta. Nel nostro caso la prospettiva è di colui che sta assistendo al nubifragio, ma è al sicuro sulla spiaggia. Può essere il mare della vita? Sì, in effetti, si può leggere anche come una metafora dei sentimenti e delle emozioni».

Il brano è autoprodotto. Cosa vi ha portato a questa decisione?
«A Zurigo (dove fanno base i Bumblebees per ragioni di vita e lavoro, ndr) abbiamo il nostro piccolo studio, dotato di una strumentazione più che sufficiente per registrare per conto nostro. Per la prima volta abbiamo avuto l'esigenza di seguire l'intera produzione, senza affidarci a terzi. Abbiamo voluto mettere in pratica quello che abbiamo imparato in quasi dieci anni di musica. Certo, può avere degli svantaggi, dato che nessuno di noi a parte Valentin (attivo come solista con il moniker Valentino Vivace) è musicista professionista. L'idea era di avere il controllo completo e totale sul prodotto».

Cosa arriverà dopo "Naufragio"?
«Stiamo lavorando a diversi nuovi brani e lo stiamo facendo con grande spontaneità e rilassatezza. Non nell'ottica di dover far uscire per forza un album. Probabilmente succederà, intanto continuiamo con la nostra bella dose di divertimento».

E sul versante concerti?
«Al momento in Ticino non c'è nulla di ufficiale. Ci sono già un paio di date fissate per l'autunno, a Zurigo. Se dovessero esserci novità, sarete i primi a saperlo».

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