Proiezioni e dibattiti, ma anche l'OltreFestival
LUGANO - Il secondo giovedì di FFDUL - Film Festival Diritti Umani Lugano comincia con due proiezioni in orario scolastico, ma aperte a tutto il pubblico.
La prima è quella del film svizzero-belga di Pascale Bourgaux, "Hawar, nos enfants bannis", al Cinema Corso alle 09.30. Il film prende il via durante il conflitto iracheno tra comunità Daesh e Yazidi. Quest’ultimi hanno vissuto la separazione delle famiglie, l’uccisione di uomini e il rapimento di donne e ragazze. La regista e reporter dà voce ai bambini nati durante questo periodo di prigionia. Dopo la visione del film ha luogo l’approfondimento intitolato Un grido d’aiuto, perché il coraggio non basta con la moderazione di Roberto Christian Gatti, pedagogista e antropologo, docente e formatore presso la Scuola Universitaria Federale per la Formazione Professionale SUFFP di Lugano, in dialogo con la giornalista e scrittrice Sara Lucaroni.
Si prosegue alle 13:30, sempre presso il Cinema Corso, con la seconda proiezione della giornata. "Tehachapi" di JR, in prima svizzera, è l’intenso reportage che il regista e video artista ha realizzato sulle carceri americane. Raccontando la storia di uomini che da anni vivono all’interno di Tehachapi, una delle prigioni di massima sicurezza più violente della California, il film vuole essere un messaggio di speranza e di possibile riscatto per queste persone. A seguire il dibattito Delitto e castigo: punire, riabilitare e riconciliare con gli interventi dell’ex procuratore generale, Bruno Balestra e l’ex direttrice dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa, Luisella Demartini e la moderazione del giornalista RSI Fabrizio Ceppi.
Il pomeriggio prosegue alle 17:30, ancora al Cinema Corso, con la doppia proiezione di "Figli Proibiti" di Mariano Snider e, a seguire, "Dans la Place" di Rachel M’Bon e Juliana Fanjul. Il primo film, attraverso le testimonianze di chi ha trascorso l’infanzia nei collegi italiani lungo il confine svizzero, documenta le conseguenze sociali e familiari dello “statuto dello stagionale” (abolito nel 2002) che non permetteva ai lavoratori stranieri di portare con sé i propri figli. La seconda pellicola, invece, ci conduce nella cittadina svizzera, crocevia di culture, di Carouge. Qui, tre giovani di seconda generazione incontrano due ragazzi migranti provenienti dell’Afghanistan e riflettono insieme sul concetto di “casa” di fronte all’esilio. L’evento, a cui segue l’approfondimento con il regista Mariano Snider e Marco Galli, capo ufficio cantonale del sostegno a enti e attività per le famiglie e i giovani, è realizzato in collaborazione con il Servizio per l’Integrazione degli Stranieri SIS, per il tramite del Programma d’Integrazione Cantonale PIC. Durante l’incontro ci sarà anche la testimonianza di Eftekhar Ali Zahiri. La moderazione dell’incontro è di Natascia Bandecchi, giornalista e Commissione film del FFDUL.
La giornata si conclude alle 20:30 presso il Cinema Corso con il film di Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík, "Photophobia". Una storia di guerra e coraggio ambientata a Kharkiv, dove la luce del giorno è ormai sinonimo di morte. Fuori imperversa il conflitto ma due ragazzini troveranno di nuovo il coraggio di sentire il sole sul loro volto.La serata, organizzata in collaborazione con Amnesty International, vede la significativa presenza di Veronika Velch, direttrice di Amnesty International Ucraina e di Damiano Rizzi, psicoterapeuta e fondatore di Fondazione Soleterre. Modera l’approfondimento il Direttore Festival Diritti Umani - Milano, Danilo De Biasio.
Parallelamente alle proiezioni proseguono anche gli eventi di OltreFestival. Allo Spazio L’ove a Viganello, alle 18:30, il regista Yuri Ancarani dialogherà con il pubblico a partire dalla sua trilogia "The Roots of Violence", composta da "San Siro" (2014), "San Vittore" (2018) e "San Giorgio" (2019). La trilogia delinea un ulteriore capitolo nell’ambito della ricerca di Yuri Ancarani dedicata ai luoghi della socializzazione, del lavoro e del controllo sociale. L’interazione tra corpi umani, architetture, tecnologie e le conseguenti relazioni emotive e comunitarie che si formano, sono alla base della pratica dell’artista. Il dialogo è moderato dalla giornalista RSI, Chiara Fanetti e vedrà la partecipazione anche dei giovani registi dello Spazio.L’entrata è libera.
Proseguono gli incontri al Mamitas Caffè & Bar dove ha luogo il Caffè dei Diritti che, dalle 15.30 alle 19.00, diventa l’occasione per incontrare direttamente gli ospiti e lo staff del FFDUL; contemporaneamente vanno in scena le interviste in diretta di Radio Gwen.