Raffaele Sannitz, un esempio per i giovani ticinesi: «Felice di aver dato una spinta ai bianconeri nati negli anni '90».
Nella sua carriera il 39enne ha preso parte a quattro edizioni dei Mondiali e a un'Olimpiade con la Nazionale svizzera. Oltre a questo nel 2001 è stato draftato dai Columbus Blue Jackets (NHL).
LUGANO - Nella giornata di sabato avrà luogo alla Cornèr Arena la presentazione del nuovo Lugano, in vista del campionato 2022/2023 di National League.
In questa speciale occasione verrà anche ritirata la maglia numero 38 indossata da Raffaele Sannitz. L'ex attaccante ticinese si è cucito addosso i colori bianconeri per 21 stagioni e occupa la seconda posizione nella speciale classifica delle presenze del club con 900 gare (*Fonte EliteProspects), dietro a Julien Vauclair. «Quando giocavo non pensavo alle statistiche o ai record individuali, ma solo a scendere sul ghiaccio», sono state le parole di Sannitz. «Avevo già realizzato i sogni che avevo da bambino – ovvero di giocare per la mia squadra del cuore e vincere insieme – ma mi riempie d'orgoglio aver raggiunto certi traguardi. È un piacere poter partecipare alla cerimonia ed entrare a fare parte di questo gruppo ristretto. Oltre tutto sono nato a Lugano e cresciuto nel settore giovanile bianconero».
Non sono molti gli atleti che iniziano da bambini a giocare per un club e riescono a finire la carriera ad alti livelli sempre nello stesso posto. «Se calcolo anche il percorso fatto nelle giovanili sono stato per quasi trent'anni con i colori bianconeri sulle spalle e nessuno potrà più indossare il numero 38. Non capita a tutti, ne vado fiero. Quando vedrò la maglia che verrà innalzata verso il soffitto della Cornèr Arena, vivrò sicuramente delle emozioni forti».
In tutto questo tempo il 39enne ha conquistato due titoli nazionali (2003 e 2006), realizzando la seconda volta il game winning-goal (2-1), in gara-5 della finale dei playoff contro il Davos. «Ci sono tanti episodi che resteranno indelebili nella mia mente, anche se nel 2006 ho potuto vivere uno dei momenti più belli della mia carriera. Ho vinto il campionato da protagonista ed è stato emozionante ammirare tutto il contorno. L'atmosfera era incredibile».
A Lugano sono cambiati presidenti, allenatori, giocatori e dirigenti, ma Sannitz è sempre rimasto. «Ne ho viste passare veramente tante di persone, ma ciò che mi soddisfa maggiormente è essere stato uno dei primi giovani bianconeri a entrare con stabilità in prima squadra e non è stato facile a Lugano all'inizio degli anni 2000. Questo mi ha permesso di dare una spinta ad altri ragazzi che sono arrivati dopo di me e che ci hanno creduto, diventando in seguito dei seri professionisti. Penso ai ticinesi nati dopo il 1990 con i quali ho condiviso per diversi anni lo spogliatoio. Quando ho vinto il titolo nel 2006 avevano circa dieci anni e hanno iniziato a giocare a hockey guardando anche le mie partite».
Si tratta dell'ottava maglia bianconera ritirata dopo quelle di Alfio Molina(1), Sandro Bertaggia(2), Pat Schafhauser(4), Steve Hirschi(8), Petteri Nummelin(33), Flavien Conne (40) e Andy Näser(44). «Con la maggior parte di essi ho giocato per diversi anni ed è un grande piacere raggiungerli. Con loro ho condiviso lo spogliatoio per tanto tempo e vissuto delle emozioni incredibili. Oltre a questo è anche un onore essere il secondo ticinese presente nella lista dopo il grande Alfio Molina».