Un’impresa che offusca tutto il resto
Solo nel Mondiale Costruttori Max non “basta”.
SAN PAOLO - Non tutte le vittorie sono uguali. Quella di Max Verstappen in Brasile finisce direttamente nella galleria dei suoi capolavori. È la 62esima della sua carriera, è arrivata dopo 133 giorni di astinenza, ma è destinata a scalare rapidamente la hit parade delle sue imprese più belle.
Non capita tutti i giorni di vedere un vincitore arrivare dalla 17esima posizione di partenza e di vederlo rimontare con quella che non è la miglior macchina in pista. Max non è nuovo a certe imprese. Nel 2022 in Belgio era risalito dalla 14esima posizione, l’anno prima in Russia era passato dal 20esimo al secondo posto. Insomma è uno a cui piace andare anche contro corrente. Ma l’impresa di San Paolo ha un sapore speciale. Quel primo giro in cui è passato dalla 17esima all’11esima piazza ricorda il più bel giro della storia della Formula 1, quello di Ayrton Senna a Donington nel 1993. Anche lui sotto la pioggia, anche lui con una McLaren che era inferiore alle Williams.
Max ha fatto un’impresa alla Senna nel giorno in cui era toccato a Lewis Hamilton onorare il più grande di tutti girando in pista con la sua vecchia McLaren. Quei 17 giri veloci che ha infilato nel finale, quando ormai aveva vinto la gara perché Ocon era irrimediabilmente staccato, hanno un significato particolare: voleva mandare un segnale al mondo. Si sentiva da solo contro tutti, soprattutto contro la Fia che prima lo ha punito per le parolacce, poi gli ha rifilato 25” di penalità in due Gran Premi. “Voi mi tartassate e io vi faccio vedere chi è il migliore!” Missione compiuta. Mentre Norris annaspava e arrancava, Verstappen volava. Ha dimostrato di meritare il Mondiale più del suo avversario, che pure guida una macchina migliore. E il suo quarto titolo può diventare anche il più significativo. Il primo fu un regalo di Michael Masi e della Federazione, il secondo e il terzo sono figli di una superiorità tecnica disarmante, il quarto è suo. È il Mondiale dell’uomo più che della macchina. A tre gare (e una Sprint) dalla fine, l’olandese ha 62 punti di vantaggio su Lando, può diventare campione già a Las Vegas. Non sarebbe un azzardo puntare su di lui. La sua impresa brasiliana ha offuscato tutto il resto, il miracolo dell’Alpine e la resistenza della Ferrari che ha perso solo due punti sulla McLaren.
Il Mondiale Costruttori ha ancora vita. Perché lì da solo Max non basta a fare la differenza.