Domenica i vodesi votano su un'assicurazione obbligatoria sul modello dell'AVS. Gli oppositori: «Non aiuterebbe il ceto medio»
LOSANNA - Una nuova otturazione, una corona o il trattamento di una radice: andare dal dentista spesso non è doloroso solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello finanziario. Per questo, il 4 marzo nel canton Vaud si vota sull’introduzione di un’assicurazione obbligatoria che si assuma i costi delle cure odontoiatriche proposta dalla sinistra. Funzionerebbe come l’AVS, con un prelievo sul salario, e sarebbe la prima nel suo genere in Svizzera.
La consigliera nazionale vodese Brigitte Crottaz (PS) si è spesa molto per questa iniziativa: «Non ha alcun senso che la bocca sia esclusa dall’assicurazione malattia», sostiene. I sondaggi, sottolinea, rilevano come molti svizzeri evitino di andare dal dentista per motivi finanziari: «In un Paese ricco come la Svizzera non può essere che non si riesca a trovare una soluzione solidale», afferma.
«Vaud potrebbe diventare un esempio» - La medica auspica che un’approvazione nel canton Vaud ridia slancio a iniziative simili in cantiere in altri cantoni latini, fra cui il Ticino. «Vaud potrebbe diventare un esempio per tutte la Svizzera», assicura. «Anche l’indennità di perdita di guadagno in caso di maternità è stata inizialmente introdotta a Ginevra, ma oggi è una cosa ovvia», sottolinea. Crottaz si riserva di valutare gli sviluppi a livello locale e di considerare in seguito una proposta a livello nazionale.
«Non aiuterebbe il ceto medio» - A lottare contro questa iniziativa, oltre ai partiti borghesi, ci sono i dentisti: «Un’assicurazione dentaria obbligatoria non aiuta il ceto medio: oltre ai premi, tutti i modelli prevedono infatti una franchigia», sostiene Marco Tackenberg, portavoce della Società svizzera odontoiatri (SSO). Bisognerebbe piuttosto aiutare in maniera mirata i “working poor” e le persone in stato di bisogno, aggiunge. Un sondaggio, del resto, rivela che spesso già oggi non sanno di averne diritto, conclude Tackenberg.