I pirati informatici avevano ottenuto accesso ai dati personali dei 2'800 dipendenti delle forze dell'ordine.
BERNA - La polizia cantonale bernese ha dichiarato di aver rintracciato sette persone che sarebbero coinvolte nel furto di dati avvenuto quest'estate ai suoi danni. Lo ha annunciato oggi la stessa polizia in una nota.
La vicenda è stata resa pubblica in agosto: sconosciuti avevano ottenuto accesso a nomi, cognomi e numeri di telefono di tutti i 2800 dipendenti della polizia cantonale di Berna. Per farlo hanno sfruttato una grave falla di sicurezza in un'applicazione installata sugli smartphone.
Sette sospetti sono stati identificati e interrogati, hanno annunciato la polizia e il Ministero pubblico bernesi. Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei cantoni di Friburgo, Ginevra e Vaud. Le indagini sono ancora in corso, ma stando alle conoscenze attuali i dati ottenuti illegalmente non sarebbero stati trasmessi a terzi o pubblicati sul web.
L'app installata sugli smartphone all'origine del furto di dati si chiama "MobileIron". Lo scorso 21 luglio, il Centro nazionale per la cibersicurezza (NCSC) aveva informato la polizia bernese a proposito della falla nella sicurezza, precedentemente sconosciuta.
"MobileIron" è uno strumento che consente ai dipendenti, ovunque siano, di collegare i propri computer portatili ai server del datore di lavoro. È utilizzata in tutto il mondo: anche autorità estere, come il governo norvegese, sono state vittime della vulnerabilità. Nel Paese scandinavo diversi ministeri sono stati attaccati tramite questa breccia nel sistema.