Il Tribunale federale ha respinto il ricorso
LOSANNA - La consigliera nazionale Kathrin Bertschy (PVL/BE) dovrà restituire le indennità di maternità indebitamente percepite nel 2019, e ciò anche se nel frattempo la legge è stata cambiata. Lo ha deciso la terza Corte di diritto pubblico del Tribunale federale (TF) respingendo un ricorso della diretta interessata.
La bernese, che lavora come indipendente, ha dato alla luce una figlia a fine 2018. Con l'inizio della sessione primaverile delle Camere federali, il 4 marzo seguente, Bertschy ha ripreso a partecipare attivamente alle sedute parlamentari.
Essendo il mandato parlamentare retribuito, la competente cassa di compensazione ha interrotto il versamento delle indennità di maternità. Una decisione confermata in seguito dal Tribunale amministrativo del Canton Berna e anche dal TF.
Secondo la Legge sulle indennità di perdita di guadagno (LIPG), le donne hanno diritto all'indennità per 14 settimane dopo aver partorito. Questo diritto si estingue anticipatamente se la madre riprende un'attività lucrativa.
Ai sensi della LIPG allora in vigore, l'esercizio di un mandato in seno al Consiglio nazionale è considerato attività lucrativa. Il fatto che l'ottenimento di un reddito non sia generalmente l'obiettivo principale di una deputata non cambia le cose.
In seguito a questa vicenda e all'inoltro di quattro iniziative cantonali - ZG, BL, BS e LU -, il Parlamento ha modificato la LIPG con un'eccezione in base alla quale il diritto all'indennità di maternità non si estingue più prematuramente se, durante il congedo, la madre prende parte a sedute delle Camere di parlamenti a livello federale, cantonale o comunale, se non è possibile fare appello a deputati supplenti. La partecipazione alle sedute rimane comunque facoltativa.
Malgrado questa revisione legislativa, entrata in vigore lo scorso 1° luglio, Bertschy dovrà comunque restituire le indennità percepite alla sua cassa di compensazione, come da quest'ultima richiesto.
Nel suo ricorso, la bernese aveva implicitamente sostenuto che il diritto all'indennità di maternità si estinguesse solo se la madre avesse percepito un reddito da un'attività lavorativa superiore a 2300 franchi durante il periodo interessato.
Secondo il TF, tuttavia, questo punto di vista è in contrasto con la LIPG in vigore all'epoca. Tenendo conto del reddito annuale ottenuto, i lavori parlamentari non possono essere considerati come attività secondaria marginale che, secondo le disposizioni legali, non implicano la cessazione del diritto alle indennità.