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CAMERE FEDERALIMatrimoni tra minori: «Più diritti per le vittime»

27.05.24 - 17:51
Il Consiglio nazionale ha compiuto oggi alcuni passi verso l'adozione di revisioni legislative in questo senso. La palla passa agli Stati.
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Fonte ats
Matrimoni tra minori: «Più diritti per le vittime»
Il Consiglio nazionale ha compiuto oggi alcuni passi verso l'adozione di revisioni legislative in questo senso. La palla passa agli Stati.

BERNA - La Svizzera deve fare di più per combattere i matrimoni con minori e proteggere le vittime straniere di violenza domestica. Il Consiglio nazionale ha compiuto oggi alcuni passi verso l'adozione di revisioni legislative in questo senso. Gli Stati dovranno tuttavia tornare a occuparsene, per appianare alcune divergenze.

Per quanto riguarda le nozze con minorenni, il plenum ha adottato un progetto governativo di allentamento delle condizioni per l'annullamento. Vi ha però apportato delle modifiche per quanto riguarda le eccezioni.

Attualmente, la causa di nullità dei matrimoni con minorenni decade quando il coniuge minore compie 18 anni. Per l'Esecutivo questo lasso di tempo è troppo breve e propone di posticipare il termine della sanatoria al compimento dei 25 anni, per rafforzare i diritti delle persone interessate. L'estensione del periodo si applicherà anche alle autorità che devono intentare un'azione di annullamento del matrimonio d'ufficio.

La revisione riguarda i matrimoni effettuati all'estero, visto che in Svizzera non sono più ammessi dal 2013. Una delle disposizioni è relativa a quelli giovanili. Se entrambi i coniugi non hanno compiuto 16 anni quando il matrimonio viene esaminato da un'autorità elvetica, questo non sarà riconosciuto in Svizzera.

Una seconda norma riguarda i matrimoni con minori quando uno dei coniugi è residente in Svizzera. Mira in particolare a prevenire i quelli in cui i minori residenti nella Confederazione si sposano nel Paese d'origine della famiglia, ad esempio durante le vacanze estive.

Il Consiglio federale ha previsto delle eccezioni. Se il coniuge, minorenne al momento del matrimonio e maggiorenne al momento del procedimento di annullamento, dichiara volontariamente di voler continuare il matrimonio, il giudice potrà accogliere la richiesta. Il Nazionale si è detto d'accordo.

Nei casi in cui l'interessato sia ancora minorenne al momento del procedimento di annullamento, il Governo ha proposto che il giudice possa effettuare una "ponderazione degli interessi": il matrimonio può essere mantenuto se esiste un interesse prevalente per l'interessato.

Il Nazionale ha respinto questa eccezione, poiché riduce l'effetto della legge. «Uno degli argomenti utilizzati potrebbe essere la gravidanza o la maternità. Ciò equivale a fare pressione sulle giovani sposate per evitare l'annullamento del matrimonio», ha sottolineato Sibel Arslan (Verdi/BS).

Diversi esponenti del PLR, PVL e del Centro hanno cercato di mantenere questa eccezione, sottolineando che in diversi Paesi, come Italia, Spagna e Scozia, i giovani hanno il diritto di sposarsi a partire dai 16 anni. Gli interessi devono essere ponderati, perché non c'è motivo di annullare il matrimonio volontario di una 17enne scozzese con un 18enne scozzese che poi viene in Svizzera, hanno rilevato.

Anche il ministro della Giustizia Beat Jans avrebbe voluto una certa flessibilità. La ponderazione degli interessi lasciata al giudice raramente porta alla conferma del matrimonio, ha sostenuto invano. Mauro Tuena (UDC/ZH) ha da parte sua espresso il suo disagio per il matrimonio a 16 anni. UDC e sinistra l'hanno spuntata con 122 voti a 65.

La legislazione sui matrimoni forzati, entrata in vigore nel 2013, rimarrà invariata. Tali unioni, che coinvolgano adulti o minori, possono essere annullate in qualsiasi momento. Il dossier torna agli Stati.

Vittime straniere dei violenza domestica - In merito alla protezione delle vittime straniere di violenza domestica, i due rami del parlamento concordano sul fatto che si debba intervenire, ma divergono sui criteri per determinarla. Oggi il Nazionale ha mantenuto una divergenza nel dossier, che tornerà pertanto agli Stati.

Dopo un divorzio una donna straniera può rimanere in Svizzera e prolungare il suo permesso di soggiorno solo a certe condizioni, ossia se l'unione è durata almeno tre anni e la persona interessata è ben integrata. Inoltre, è richiesta la prova di una violenza di una certa intensità e durata. Il timore di perdere il permesso di soggiorno è pertanto grande.

Le Camere si sono già concordate sui principali punti di una revisione della legge in questo ambito. Il progetto, sostenuto anche dal Consiglio federale, terrà maggiormente conto della sofferenza delle vittime, ha sottolineato Philippe Nantermod (PLR/VS), a nome della commissione preparatoria.

Esse dovranno comunque soddisfare i criteri di integrazione per i tre anni successivi alla proroga del permesso di soggiorno, come già previsto dalla legge. Gli Stati avevano insistito sul mantenimento di queste regole e oggi il Nazionale si è allineato, contro il parere della sinistra.

Le due camere continuano invece a essere divise sul peso da dare all'assistenza alla vittima da parte di un servizio specializzato in violenza domestica. Oggi il Nazionale ha proposto una soluzione di compromesso: le autorità competenti dovranno tenere conto del parere di un centro di assistenza alle vittime in grado di confermare il bisogno di protezione di una persona. Gli Stati, che in un primo tempo erano contrari a questa precisazione, dovranno tornare ad esprimersi sulla questione.

La modifica della legge riguarda i titolari di un permesso di soggiorno (permesso B) o di un permesso di breve durata (permesso L) e le persone ammesse a titolo temporaneo (permesso F). È previsto che il concetto di "violenza coniugale" sia sostituito da quello di "violenza domestica". Ciò significa che la nuova legge si applicherà non solo alle persone che vivono in un'unione coniugale, ma anche ai figli nati da tali unioni, ai partner registrati e ai conviventi.

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