Gli Stati si sono espressi oggi dando il via libera al progetto.
BERNA - Alla fine il Consiglio degli Stati ha accolto oggi la proposta della conferenza di conciliazione per 27 voti a 16 (2 astensioni), dando così il via libera al progetto di rendita ponte destinato ai disoccupati dai 60 anni in avanti "espulsi" dal mercato del lavoro. Il dossier è pronto per le votazioni finali.
L'ultimo ostacolo tra i due rami del Parlamento riguardava il tetto massimo per le rendite ponte destinate ai disoccupati soli. Su questo punto della legge ha prevalso la versione del Consiglio nazionale: il tetto massimo deve corrispondere a 2,25 volte i bisogni vitali. A differenza dei "senatori", per la Camera del popolo la rendita per le persone sole deve essere aumentata da 38'900 a 43'762 franchi. Gli Stati proponevano il fattore 2.
Le spese legate a una malattia o all'invalidità saranno rimborsate alle persone che ricevono una rendita ponte. Ma non dovranno superare i 5'000 franchi per le persone sole o il doppio per le coppie sposate.
È una questione di dignità - Oggi nel plenum una minoranza UDC, PLR e PPD ha tentato di "silurare" l'intero progetto, sostenendo che con la crisi alle porte causata dalla pandemia, la Svizzera non può permettersi di ampliare ulteriormente la socialità.
I 150 milioni di costi annuali stimati rischiano di gonfiarsi a dismisura a causa del previsto incremento della disoccupazione, anche perché molti datori di lavoro, sapendo dell'esistenza di questa rete di protezione supplementare, non avranno più remore a sbarazzarsi di collaboratori anziani che costano molto. Per Thomas Minder (Indipendente/SH), questa nuova assicurazione non farà che attirare ancora più lavoratori dall'estero, incrementando nel contempo la pressione sul mercato del lavoro.
Per i fautori della legge, invece, è proprio in un periodo come questo, contraddistinto dall'incertezza, che è necessaria una rendita ponte per quei lavoratori che all'approssimarsi della pensione vengono licenziati e non trovano più un lavoro, nonostante le centinaia di candidature inviate. Non è giusto che chi ha lavorato una vita versando puntualmente i contributi sociali, finisca in assistenza dopo aver dato fondo alla cassa pensione: è giusto fare in modo che queste persone, disoccupate senza colpa, possano andare in pensione con dignità.
Da 60 anni - Stando al progetto uscito dalle deliberazioni, la rendita ponte dovrà essere corrisposta soltanto a chi esaurisce il diritto all'indennità di disoccupazione dopo aver compiuto 60 anni.
In un primo tempo, il Consiglio nazionale aveva stabilito che la rendita andava concessa a partire dai 60 anni oppure a chi, poco poco prima di compierli, aveva esaurito il diritto all'indennità.
Le indennità per compiti educativi e assistenziali saranno inclusi nel calcolo dei contributi all'AVS. Si tratta di rispondere a una richiesta delle madri che si occupano dei loro figli durante 16 anni. Questa modifica tocca un centinaio di persone di cui una maggioranza sono donne.
Sostanza netta - Un disoccupato anziano avrà diritto a una rendita ponte se la sua sostanza netta è inferiore alla metà della soglia per le complementari.
Ciò equivale a meno di 50'000 franchi per le persone sole e a meno di 100'000 per le coppie sposate. L'esecutivo aveva stabilito questi tetti al doppio: 100'000 franchi nel primo caso e 200'000 nel secondo.
Periodo contributivo di 20 anni - Per accedere alla rendita ponte, il governo ha previsto un periodo contributivo all'AVS di almeno 20 anni, di cui cinque dopo i 50 anni, e aver guadagnato almeno 21'330 franchi all'anno. Solo le persone aventi il loro domicilio e la loro residenza abituale in Svizzera e che hanno lavorato nella Confederazione durante un determinato periodo ne potranno beneficiare.
Inoltre, le persone interessate dalle disposizioni transitorie avranno l'obbligo ogni anno di provare di aver compiuto degli sforzi per reintegrarsi professionalmente.
Cadere in povertà - La nuova legge è pensata per chi perde il lavoro dopo il 58esimo compleanno. Il governo vuole impedire ai disoccupati anziani di cadere in povertà ed evitare di introdurre nel mercato del lavoro incentivi indesiderati.
La legge era stata elaborata per rendere più accettabile la libera circolazione delle persone in previsione della votazione, il 17 maggio (poi spostata a settembre a causa della pandemia), sull'iniziativa popolare dell'Unione democratica di centro che ne chiede la disdetta.