La struttura ha finalmente trovato la sua sede nella capitale, presso lo stabile ex Felix
BELLINZONA - La “Città dei mestieri” della Svizzera italiana, a lungo al centro delle polemiche negli scorsi mesi, ha finalmente trovato una sede adeguata. Come annunciato oggi dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) nel corso di una conferenza stampa, la struttura troverà la sua sistemazione presso lo stabile ex Felix al numero 25 di Viale Stazione a Bellinzona.
Una posizione «centrale e interessante» ha sottolineato il numero uno del DECS, spiegando che il progetto non sarà inizialmente «in sinergia con l’Istituto della formazione continua (IFC)» ma che questa potrà essere in ogni caso recuperata in un secondo momento. Si tratterà a tutti gli effetti di «un nuovo modo di fare servizio pubblico» ha proseguito Furio Bednarz, capo dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione, dove un solo luogo avrà il compito di «intercettare» le molteplici domande dell'utenza.
Un portale d'accesso «dinamico» - In questa struttura, gestita e coordinata dalla Divisione della formazione professionale (DFP) in collaborazione con diversi settori e uffici dell’amministrazione cantonale e con le organizzazioni del mondo del lavoro, saranno riuniti diversi servizi inerenti all’orientamento, alla formazione professionale e al lavoro. Un portale d’accesso «che avrà una dimensione virtuale e fisica» ha evidenziato Bednarz, «che mette la persona in grado di confrontarsi con i molti servizi» che il Cantone offre.
In virtù del label ottenuto nel 2017, anche la Città dei mestieri ticinese non sarà una struttura isolata ma costituirà un hub in rete con altre strutture omologhe e con il Réseau internazionale. Un «tessuto connettivo» che si compone di tre elementi principali: spazi di consulenza, un centro di documentazione e un grande programma di eventi permanenti.
Verso l'apertura - L'obiettivo attuale, ha concluso Bednarz, è quello di attivare il progetto nel più breve tempo possibile. I passi previsti per i prossimi mesi si suddividono in due categorie. La prima riguarda la definizione del modello di governance partecipativa con le organizzazioni del mercato del lavoro, allestendo il programma di eventi e la campagna di comunicazione. La seconda invece contempla tutto il lato logistico e organizzativo, dall'allestimento degli spazi alla formazione dei consulenti.
«Un luogo d’incontro prezioso» - L’importante passo è stato accolto positivamente dal Partito Liberale Radicale (PLRT) e in particolare Nicola Pini, promotore di una mozione interpartitica volta al rilancio del progetto, a suo tempo congelato per questioni finanziarie. «La Città dei mestieri sarà una risposta concreta non solo per aiutare i giovani a scegliere il proprio cammino o sostenere chi vuole intraprendere una formazione continua, ma anche per coordinare varie politiche pubbliche e soprattutto per integrare maggiormente nell’inserimento professionale scuole, aziende e organizzazioni del mondo del lavoro. Più quest’ultime saranno presenti, più la Città dei mestieri saprà dare dei risultati», ha sottolineato il vicepresidente liberale radicale.