Ecco come l'apicoltura portata dall'ONG ticinese Acqua e Miele ha cambiato il futuro della Costa d'Avorio.
BALERNA - Spesso viene chiamato oro liquido. E in Costa d’Avorio il miele è ora più prezioso che mai. L’ONG ticinese Acqua e Miele di Balerna, attiva sul posto da 21 anni, ha infatti dato nuovi orizzonti al Paese introducendo la popolazione all’arte dell’apicoltura.
L'idea dell'apicoltura, spiega l'ONG, è nata nel 2005, quasi per caso, dalla mente di Egidio Cescato. Il fondatore di Acqua e Miele si trovava infatti nel Paese all'inizio della stagione delle piogge e, osservando il gran numero di fiori sbocciati nella regione di Abidjan, aveva pensato alle potenzialità della produzione di miele, decidendo di buttarsi a capofitto nel progetto.
«Al principio del nostro percorso gli attori coinvolti nell’attività erano prevalentemente analfabeti o con pochissima scolarizzazione», spiega l’associazione Acqua e miele. «Adesso si assiste alla collaborazione di persone che veicolano grandi competenze e una notevole passione in diversi settori: l’informatica, la contabilità analitica, la costruzione di pozzi e cisterne, l’apicoltura, la selvicoltura, la botanica, la conoscenza del territorio e il marketing». In questo modo gli apicoltori sono diventati «paladini della difesa del territorio e interlocutori privilegiati dal Ministero delle acque e delle foreste nelle azioni promosse per la difesa della foresta».
Con quasi 15 tonnellate di miele e 667 chili di cera prodotti, Acqua e Miele Costa d’Avorio è così diventata la maggiore realtà apistica del paese. Ma il futuro potrebbe portare nuove soddisfazioni. Durante l’assemblea dei delegati di Acqua e Miele Svizzera tenutasi a novembre è infatti stato presentato il programma di sviluppo triennale Ivoire, volto a dare maggiore impulso tecnico e operazionale all’apicoltura con nuove modalità di lavorazione e di trasporto del miele.