Fabio Canevascini, presidente dell'Associazione Ticinese Utenti dei Trasporti Pubblici: «però molti anziani non sono pronti».
Pro Senectute: «da tempo facciamo dei corsi di apprendimento all'utilizzo delle piattaforme digitali riservati alle persone della terza età in collaborazione con le aziende di trasporto. E notiamo sempre più persone per niente impacciate»
LUGANO - Da un'app all'altra. Di download in download. Icone colorate e collegamenti a brand e marchi aziendali più o meno noti dominano oramai i touchscreen dei nostri telefonini. Una vera e propria invasione di applicazioni. Dalla pizza al biglietto del treno tutto si compra on-line e a colpi di click si muove il mondo.
Gli anziani e il rapporto con il digitale - Dentro ai nuovi costumi digitali c'è chi, come un fuoriclasse, si destreggia con disinvoltura e chi invece tentenna e non nasconde un certo smarrimento: fra chi ancora tutto questo ben di Dio digitale fatica a digerirlo ci sono anche molti anziani.
Via i distributori automatici di biglietti a favore solo dell'acquisto on-line - Anche in Ticino, come nel resto della Svizzera, si parla di grandi cambiamenti in arrivo in un futuro per niente lontano. Uno di questi sarebbe l'eliminazione dei distributori automatici dei biglietti di autobus e treni, a favore dell'acquisto on-line.
Le perplessità dell'Associazione Ticinese Utenti dei Trasporti Pubblici - Secondo il presidente dell'Associazione Ticinese Utenti dei Trasporti pubblici, Fabio Canevascini, il passaggio andrebbe fatto con gradualità, adoperando più cautela nell'idea di volere azzerare i tradizionali sistemi di acquisto.
«Nonostante ci siano anziani che con molta disinvoltura maneggiano smartphone e fanno acquisti on-line - dice - c'è una buona fetta di utenza che appartiene a questa categoria sociale che è abituata a tirare fuori i suoi soldi dal portafogli e comprare il biglietto cartaceo. All'appuntamento con questa informatizzazione totale forse in molti non riusciranno ad arrivare così preparati».
Le scadenze della transizione digitale del ticket - Ma di quali rendez-vous stiamo parlando? Qualche esempio: dal 2025 per salire su un autopostale bisognerà avere acquistato il documento di viaggio dalla app o con una carta di credito o debito; le FFS già da qualche anno vanno dicendo che finito il ciclo di vita (di solito 15 anni) delle macchinette automatiche di emissione attualmente in funzione considereranno - se non uno smantellamento totale - sicuramente una forte riduzione del parco-distributori. Swisspass considera il 2035 come la naturale scadenza dove «i biglietti dovrebbero essere normalmente acquistati on-line».
Il futuro è qui e bussa già alla porta. «È vero - aggiunge Canavascini - ed è vero che anche le persone più anziane che hanno sempre avuto poca dimestichezza con il cellulare oggi possono contare sull'aiuto di figli o nipoti che li istruiscono e fanno fare loro quel saltino di conoscenza tecnologica che serve, ma tanti non hanno questa fortuna e tanti altri sono in difficoltà di fronte a queste innovazioni».
«Riapriamo gli sportelli chiusi dentro le stazioni e forniamo maggiore assistenza agli anziani» Canevascini va ancor di più controcorrente: se fosse per lui andrebbero riaperti gli sportelli chiusi dentro alle stazioni. «L'eliminazione degli automatici dovrebbe avvenire riaprendo gli sportelli soppressi - spiega - e aggiungendo anche altri servizi alla clientela, soprattutto di quella più anziana che spesso si sente smarrita e non sa come fare». Il presidente dell'associazione degli utenti dei trasporti pubblici è proprio a loro che pensa: «Pretendere che per fare il biglietto bastino il telefono e il pc domestico è chiedere troppo a una importante fetta di utenza» rammenta e aggiunge anche che «c'è una forte minoranza di persone che rifiuta ancora di considerare il telefono come una protesi del corpo e dell'anima».
Ma c'è chi si è portato avanti e forma gli anziani all'uso del digitale: il lavoro di Pro Senectute. - A favorire l'adattamento delle persone più anziane ai nuovi sistemi di acquisto e al "verbo" della transizione digitale, ci sta pensando da tempo anche la maggiore organizzazione presente in Svizzera in ambito di terza età, Pro Senectute. Che organizza dei corsi riservati agli anziani proprio sulle nuove possibilità offerte da smartphone o pc nello svolgere le attività della propria vita.
I corsi riservati alle persone anziane per imparare ad acquistare online i biglietti del treno - «Con la collaborazione delle aziende di trasporto teniamo dei corsi dove facciamo imparare agli anziani come acquistare un biglietto on-line - racconta Laura Tarchini, responsabile della comunicazione di Pro Senectute - ma abbiamo comunque notato, complice forse la pandemia, una maggiore dimestichezza delle persone nell'utilizzare certe applicazioni sui loro smartphone».
Settantenni al passo coi tempi - Dall'imparare a usare un pc «si è passati, seguendo le rapide evoluzioni di questo campo, a sapere fare degli acquisti on-line o prenotare una visita medica». Quello che emerge, comunque, proprio da un osservatorio privilegiato come quello di Pro Senectute è che «sempre un numero maggiore di persone della terza età sono oggi, possiamo dirlo, davvero al passo coi tempi».
Lo studio dell'Università di Zurigo sugli anziani digitali - Lo dimostra una ricerca commissionata proprio da Pro Senectute, "Digital Seniors", e condotta dall'Università di Zurigo, da cui emerge che «oggi è online il 95% delle persone di età compresa fra i 65 e i 69 anni. Per i giovani senior - si legge nel dossier - internet fa ormai parte della vita quotidiana. Nel 2020, il 69 per cento degli anziani intervistati ha dichiarato di utilizzare uno smartphone; di questi, l’81 per cento ne fa uso quotidianamente».
La stessa indagine conferma la curiosità per le nuove offerte digitali e le app: «se cinque anni fa l’interesse degli anziani era rivolto principalmente alle e-mail e agli orari online dei mezzi di trasporto - dice il rapporto - oggi aumenta l’attenzione verso le app per la messaggistica istantanea e la salute così come verso i braccialetti fitness».
Ma c'è anche altro che ruota attorno a questa dimensione digital da terza età: il "vizio" di Tiktok. Uno studio del professor Ruben Ng, Università di Singapore, a proposito dell'affezione verso il social cinese, parla di «un fenomeno nato nel primo lockdown». Le conseguenze? Nonne e nonni influencer con milioni di followers.