Per la società sportiva, oltre che un luogo con un valore affettivo, è una «risorsa per lo sport ticinese»
LUGANO - Anche la Società Pallanuoto Bissone si schiera a favore della riapertura, «almeno parziale», della piscina di Carona.
«Per la nostra società, che ha recentemente festeggiato il 50° anniversario di attività, Carona è stata molto più di una piscina: è un luogo che, fin dagli esordi, ha segnato generazioni di atlete e atleti, appassionate e appassionati del nostro sport», sottolineano in una lettera al Municipio. «Qui - proseguono - si sono forgiati valori come lo spirito di squadra e la determinazione, e qui la comunità si è sempre ritrovata unita dall'amore per lo sport».
Chiudere Carona, per la società, significa «spegnere la luce» su quelle tribune che hanno visto crescere giovani talenti nazionali e internazionali, ospitato «partite indimenticabili come i derby infuocati contro il Lugano in Serie A, quando il cloro nell'aria si mescolava all'adrenalina».
La chiusura della piscina viene dunque vista come una «perdita gravissima, non solo per la memoria collettiva, ma anche per il futuro dello sport acquatico nel Cantone». «Le società come la nostra - prosegue la Pallanuoto Bissone - faticano già a trovare spazi adeguati per allenamenti e competizioni, e la scomparsa di un impianto cosi carico di storia aggraverebbe ulteriormente questa carenza».
I 24.488 accessi registrati nel 2024 dimostrerebbero inoltre che la piscina è ancora oggi un servizio apprezzato dalla popolazione.
Solo una manciata di giorni fa, dodici consiglieri comunali hanno chiesto formalmente al Municipio di Lugano di rivedere la decisione di chiudere lo stabilimento balneare, mentre sono oltre seimila le firme raccolte dalla petizione lanciata dal Comitato Parco Piscina Carona.