La titolare dello studio legale "Lex et Iustitia" replica all'interrogazione di Lara Filippini: «Accuse strumentalizzate e inveritiere»
BELLINZONA - La polemica tra la deputata UDC Lara Filippini e la titolare dello studio legale "Lex et Iustitia", Lucia Coronelli, si arricchisce di un nuovo capitolo. Filippini, in un'interrogazione del 7 gennaio scorso, sottolineava come Coronelli non avesse un brevetto riconosciuto su suolo svizzero valido per svolgere la professione d'avvocato e fosse anche nota alla giustizia. Da qui le critiche al volantino pubblicitario del suo studio legale. Coronelli, ora, replica definendo le accuse «strumentalizzate, inveritiere e fondate su dichiarazioni manifestamente travisate e mistificate ad opera d'arte».
Per la titolare dello studio legale, infatti, nessun illecito sarebbe stato commesso in quanto, nei flyer distribuiti nella cassette della posta, il nome di Coronelli mai sarebbe stato preceduto dal titolo di avvocato. «Una cosa - precisa la donna oggetto dell'atto parlamentare - è dichiararsi e/o “spacciarsi” avvocatessa pubblicamente in maniera arbitraria e plateale, un’altra cosa è interpretarlo per ignoranza e/o pensarlo di proposito al fine di trovare un “escamotage ad hoc” per sollevare gratuitamente accuse artefatte e fasulle nei confronti di persone oneste e integerrime, tutt’altra cosa invece è volerlo intenzionalmente credere».
Per Coronelli, in sostanza, più che un'interrogazione, Filippini avrebbe dovuto «strappare semplicemente il volantino e gettarlo se lo riteneva non gradito, piuttosto che sollevare frivole interrogazioni parlamentari nei confronti di un volantino che sponsorizza l’esercizio di un impresa che protegge i diritti umani e si occupa principalmente di assistenza e consulenza giuridica».
Chi avrà ragione? Affaire à suivre.