Lo dicono i numeri comunicati da Telefono Sos Infanzia di Chiasso. La volontaria: «Teniamo le antenne dritte».
CHIASSO - L’ascolto e i volontari. Sono i due organi vitali di “Telefono sos infanzia" di Chiasso. Per dirla con le parole del coordinatore Paolo Frangi, «il cuore e il polmone» dell’associazione.
Questo pomeriggio, la realtà attiva dal 1988 nel campo della prevenzione del maltrattamento minorile e del malessere sociale ha fornito un piccolo affresco delle attività compiute in questi due anni.
Nel biennio, i casi e le telefonate indirizzate allo 0916823333 sono cresciuti. In particolare, preoccupano le chiamate effettuate dalle famiglie per il consumo di droga e alcol da parte dei loro figli minorenni. Il motivo? Difficile dirlo. Di sicuro, ha contribuito la solitudine patita dai più piccoli durante la pandemia. Nello specifico, nel 2020 sono stati 33 i casi, di cui 27 in Ticino. Sono arrivate chiamate anche dall’Italia e da altri cantoni. A segnalare sono stati in grande parte i vicini, al secondo posto la famiglia. I problemi hanno riguardato soprattutto il maltrattamento psicologico e la droga. Nel 2021, invece, i casi sono stati 31, cui ne vanno aggiunti 17 riguardanti le sostanze stupefacenti (con procedimenti già in corso).
«Bisogna tenere le antenne dritte - spiega la storica volontaria Tina Mantovani - Chi ci telefona, di solito, è un adulto che ha assistito a casi di maltrattamento. Oppure, sono persone in passato vittima di violenza. Magari oggi sono genitori, sentono una disperazione dentro e si rendono conto della necessità di sistemare il loro disordine interiore». A contattare l’associazione sono anche i minori. «Tutti sanno - continua - che, con noi, sono liberi di raccontare le proprie emozioni». Per molti, la telefonata all’associazione è il primo passo, l’avvio di un percorso. «Da parte nostra - continua la signora - attiviamo un meccanismo d’intervento affidabile e discreto. Li ascoltiamo col cuore, dicendo loro quanto sia importante chiedere aiuto, rivolgendosi ai servizi cantonali. Il volontario viene formato e preparato, pur non sentendosi o ponendosi mai come uno specialista».
A questo proposito, la realtà di Chiasso ha costruito reti proprio con i servizi, le istituzioni e con altre realtà (per esempio la Sorgente) chiamate in causa quando i casi sono particolari e complessi. Un aspetto molto importante riguarda il premio Federico Mari, uno dei fondatori, morto nel 2014. A seguito di una donazione, una volta l’anno, in occasione della giornata dedicata ai diritti del fanciullo, viene consegnato un riconoscimento in denaro ai progetti più meritevoli. Quest’anno sarà il 19 novembre: eccezionalmente, chi è interessato può presentare le proprie proposte entro il 10 novembre. Una particolare attenzione verrà riservata alle associazioni che svolgono le loro attività in forma di volontariato e che si trovano a beneficio dell’esenzione fiscale.
L’associazione ha aperto la propria sede di via Puccini a varie iniziative, per esempio il centro diurno per giovani in difficoltà (progetto “Treebù”, aiutato anche dalla “Catena di solidarietà”, di cui sono responsabili Sonia Zanetti e Simona Gaggini) e le lezioni di pianoforte (tenute da Max Onorari) gratuite destinate ai giovani meno abbienti. Inoltre, la realtà di Chiasso sostiene cinque adozioni a distanza in Togo e un negozio di scambio e vendita di abiti usati collocato a Tesserete. Per maggiori informazioni, si può visitare il sito.