Il principale sospettato aveva stabilito legami con Hezbollah e Hamas per procurarsi le armi
Tre palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, sono stati arrestati per aver formato una cellula con l'obiettivo di assassinare il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir e il figlio. Lo rendono noto la polizia e lo Shin Bet (sicurezza interna).
Secondo l'accusa, il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per assicurarsi armi e assistenza. La cellula ha sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nell'insediamento di Kiryat Arba. Una delle opzioni era quella di assassinarlo sulla scena di un attacco terroristico.
Intanto, raid aerei israeliani sono stati segnalati dai media libanesi nella città costiera di Tiro, poco dopo che l'Idf ha emesso ordini di evacuazione per diversi quartieri, affermando che avrebbero colpito obiettivi di Hezbollah.
Dal canto suo, l'Iran ha condannato gli Usa per avere bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu che chiedeva un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente nella Striscia di Gaza e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi.
«Questo vergognoso veto non solo segna un altro fallimento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel rispettare il suo mandato in base allo Statuto ma serve anche come una licenza concessa dagli Stati Uniti al regime occupante per continuare impunemente la sua carneficina a Gaza e in Libano», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ismail Baghaei, come riferisce Press Tv.
«Nonostante l'enorme sostegno globale e l'appoggio di 14 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al cessate il fuoco a Gaza, l'amministrazione democratica statunitense uscente ha posto il veto alla bozza di risoluzione, rivelando il suo pieno disprezzo per le vite innocenti e la pace regionale e aumentando la sua complicità, durata 13 mesi, nel genocidio di Israele», ha scritto Baghaei in un messaggio su X.