Francesco Puglioli, Direttore Fondazione Terzo Millennio
Una collaborazione tra Fondazione Terzo Millennio (Unità Formativa di AITI), Divisione della Formazione Professionale e LogIn Formazione Professionale, apre la strada alla sperimentazione di nuove strategie per la formazione nel settore industriale.
Lo studio di Credit Suisse sui fattori di successo per le PMI svizzere, pubblicato in agosto, certifica su solida base statistica una sensazione che gli imprenditori della Svizzera italiana esprimono da tempo: esiste un forte fabbisogno di personale adeguatamente qualificato per fare fronte alle nuove esigenze della produzione industriale.
L’attività di trasformazione svizzera, e ticinese, compete da anni su scala globale, ed è ormai del tutto completata la transizione alle tecnologie digitali nella produzione. Le aziende hanno oggi l’esigenza di poter contare su personale sempre più autosufficiente in queste tecnologie. Gli operatori debbono essere in grado non solo di effettuare le lavorazioni, ma anche di riconoscere gli errori e di proporre soluzioni a problemi: prestazioni che possono essere garantite soltanto da collaboratori in possesso di solide e strutturate conoscenze e competenze. Le revisioni degli apprendistati degli ultimi anni, orientate a creare profili polivalenti, sono contromisure adeguate per i giovani che entrano nel mondo del lavoro.
Per contro, sul mercato oggi esistono in grande quantità lavoratori esperti nei singoli processi, ma poco o per niente qualificati in questo senso. Questi profili, integrabili ancora fino a poco tempo fa, faticheranno sempre più a reinserirsi in un contesto nel quale le lavorazioni tradizionali si riducono a nicchie sempre più piccole. La sfida è quella di permettere anche a questi ultimi di acquisire nuove competenze senza disperdere un prezioso bagaglio di esperienza.
Per ottenere questo salto di qualità della forza lavoro, non basta tuttavia organizzare corsi. Occorre infatti avvicinare alle attività formative un pubblico che normalmente non ha una grande familiarità con la didattica tradizionale (le aule, i fogli, le presentazioni in PowerPoint), perché è composto da persone orientate all’azione, alla risoluzione dei problemi e all’operatività.
Le risposte a questa situazione debbono dunque venire da diverse direzioni, ma rimane essenziale riflettere sulle strategie didattiche e sulla struttura delle proposte formative, che dovranno essere rese sempre più flessibili, modulari, facilmente accessibili, economiche, efficaci e orientate alla pratica lavorativa quotidiana, nonché saper utilizzare i nuovi supporti per la comunicazione (laptop, smartphone, tablet) come strumenti integranti per la trasmissione di know-how.
A queste esigenze si rivolge la nuove proposta di FTM, AITI, DFP e LogIn che, già a partire dalla metà di ottobre, propone il conseguimento tramite formazione serale e modulare, dell’AFC di Meccanico di Produzione, come premessa al conseguimento del diploma di Operatore e Programmatore CNC.
In questo caso, dunque, le istituzioni dimostrano di saper rispondere con sollecitudine a un fabbisogno dell’economia. Ora spetta a lavoratori ed imprese approfittarne, confermando che l’industria ticinese non soltanto sa farsi sentire quando è il momento di rivendicare il proprio ruolo fondamentale per la nostra economia, ma anche cogliere, con la propria capacità imprenditoriale, le nuove opportunità.