Marco Romano, consigliere nazionale PPD-Alleanza del Centro
MENDRISIO - Con la votazione del 15 maggio sulla revisione della Legge sui trapianti avremo la possibilità di salvare vite umane. Si tratta di una soluzione pragmatica e ragionevole per fare fronte alla grave problematica della carenza di organi in Svizzera. Sebbene l’80% della popolazione svizzera si esprima favorevolmente alla donazione di organi nel quadro di sondaggi, il numero di donatori è nei fatti sorprendentemente basso. I pazienti in lista d’attesa nel 2021 erano 1’434, di cui 72 sono morti perché non hanno ricevuto l’organo indispensabile in tempo.
Parlamento e Consiglio federale, supportati da un ampio sostegno tra i professionisti del settore medico, propongono quindi di introdurre il modello del “consenso presunto in senso lato”: chi non desidera essere donatore alla propria morte, dovrà dichiararlo esplicitamente. In caso di assenza di informazione, sarà sempre e comunque la famiglia a decidere. Non fosse rintracciabile, gli organi non verrebbero espiantati. Un approccio solidale che valorizza la libertà personale, la responsabilità individuale e la sussidiarietà della famiglia.
I contrari alla Legge, come recentemente riportato anche su queste pagine, ritengono che il modello del consenso presunto in senso lato porti a una statalizzazione del corpo umano, dipingendo scenari drammatici in cui la mano famelica dello Stato si impossessa impunemente dei nostri organi. Questa interpretazione è semplicemente sbagliata e fuorviante: la revisione non sottrae nulla alla libertà di decisione dell’individuo, il quale – come è legittimo che sia – qualora sia fermamente convinto di non donare i propri organi può dichiararlo in qualsiasi momento della vita. Nulla cambierebbe inoltre al rigido protocollo in caso di prelievo degli organi. Il personale medico, che con grande sensibilità si occupa del processo di espianto, manterrebbe il suo prezioso ruolo di riferimento per i familiari e i presupposti clinici necessari per una donazione di organi rimangono invariati.
Con la riforma al voto si genera una maggiore disponibilità di organi di fronte all’attuale grave carenza e si spinge verso una maggiore informazione e sensibilizzazione della popolazione su questa delicata tematica. La decisione sarà presa consapevolmente sulla base di una ponderazione delle proprie convinzioni; la massima espressione di libertà e responsabilità verso la collettività. Chi paventa una pressione psicologica sui familiari o su persone che si oppongono di principio alla donazione, non solo manca di rispetto alla professionalità del personale sanitario, ma anche a coloro che decidono di compiere un gesto di enorme solidarietà per salvare la vita a persone che possono sopravvivere solo con una donazione di un organo. La revisione della Legge sui trapianti salverà vite umane e lo farà grazie a cittadini e cittadine consapevoli, solidali e generosi. Il 15 maggio io voto SÌ.